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«L’anno giubilare è un periodo di grazia in cui siamo chiamati a vivere responsabilmente gli impegni della chiesa. L’amore deve diventare carità concreta, non solo un’emozione. E la speranza non è solo attesa individuale, ma una speranza condivisa che trasforma il cuore dell’uomo». Lo ha detto il vescovo Orazio Francesco Piazza aprendo ieri l’anno giubilare della Diocesi.
La cerimonia è cominciata alle 16,30 con il ritrovo dei fedeli e i riti introduttivi alla chiesa di San Silvestro in piazza del Gesù. Qui il vescovo ha ricevuto il bordone, il bastone che utilizzava il pellegrino durante il viaggio sulle vie sante, realizzato dagli artigiani Alessio Gismondi e Marco Bracci con il legno di castagno dei Cimini e dei chiodi dei barconi naufragati a Lampedusa.
Poi si è tenuta la processione verso il duomo dove c’è stata l’ostensione della croce e l’ingresso in cattedrale. I due momenti solenni che hanno dato il via ufficialmente all’anno santo. Quindi c’è stata la celebrazione eucaristica.
Nell’omelia, oltre ai temi dell’amore e della speranza, il vescovo ha parlato della difesa del creato e del lavoro.
«Fondamentale il rispetto per il creato e l’impegno per la sua salvaguardia – ha detto - così come la promozione di un’economia dal volto umano che dia dignità al lavoro».
Alla cerimonia hanno preso parte, oltre ai parroci delle diverse parrocchie, la sindaca Chiara Frontini, assessori e consiglieri comunali, tra cui la consigliera con delega alla via Francigena e Giubileo, Alessandra Croci, il consigliere regionale Daniele Sabatini, il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, il prefetto Gennaro Capo, la confraternita del Gonfalone, i cavalieri di Malta e i vertici delle autorità civili e militari.