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E’ accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina il 31enne arrestato dalla squadra mobile di Viterbo a Montalto di Castro. Si tratta di Sidiki Doumbouya, originario della Guinea, finito in carcere in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Catania e rientra nell’operazione Landayà, condotta dalla Dda di Catania in collaborazione con la II sezione investigativa “Criminalità Straniera e Prostituzione” della squadra mobile locale, che ha coinvolto diverse regioni italiane: Sicilia, Liguria, Lombardia, Piemonte e Lazio, e ha portato all’emissione di 25 misure cautelari nei confronti di altrettante persone provenienti principalmente da Guinea, Costa d’Avorio e Mali. Otto sono finite in carcere, a undici è stato notificato il provvedimento di custodia cautelare mentre erano già in carcere e 6 sono latitanti.
Le accuse
Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sidiki Doumbouya, in particolare, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dall’aver agito in più di dieci persone e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravati dall’avere agito in più di tre persone in concorso tra loro, di avere commesso il fatto al fine di trarne profitto anche indiretto e dalla transnazionalità.
Secondo l’accusa tutti avrebbero fatto parte di un’organizzazione criminale che, in cambio di compensi finanziari, facilitava l’ingresso illegale di migranti nei paesi dell’Unione Europea, con un focus particolare sulla Francia. Gli investigatori hanno lavorato insieme con le forze di polizia di Genova, La Spezia, Milano, Pavia, Torino e Viterbo.
Le indagini
Le indagini sono partite a gennaio 2021 dalla vicenda di una minore straniera sbarcata da sola, nel porto di Augusta, nel siracusano.
La ragazza era riuscita ad arrivare in Francia seguendo le indicazioni di una donna che, durante il suo soggiorno in Libia, si era presentata come sorella di un intermediario che agevolava il viaggio dei migranti attraverso l’Italia verso la Francia.
Il pagamento
Gli inquirenti hanno scoperto che in alcuni casi, oltre al pagamento in denaro, le migranti di sesso femminile venivano costrette a prestazioni sessuali, anche se avevano con al seguito figli minori.
Le somme di denaro pagate variavano a seconda della natura degli accordi e della tranche di viaggio da eseguire, oscillando da almeno 200 euro per il mero passaggio dei confini sino a 1200 euro circa per fasi di viaggio più ampie.
Le cellule del sodalizio
Sempre la procura di Catania spiega che “il sodalizio era composto fondamentalmente da tre cellule: una con sede in Piemonte, una con sede in Liguria e una con sede a Ventimiglia”. Il guineano arrestato a Montalto di Castro sarebbe stato il “leader del gruppo con sede in Liguria”.
Secondo gli investigatori il sodalizio era composto da tre cellule: una con sede in Piemonte, una con sede in Liguria e una con sede a Ventimiglia. Il guineano arrestato a Montalto di Castro sarebbe stato il leader del gruppo con sede in Liguria.