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LADISPOLI – Cosa c’è dietro la Jaguar e il furgone in fiamme l’altra sera in via Aldo Moro a Ladispoli? Su questo sono ancora al lavoro i carabinieri della stazione locale, coordinati dalla compagnia di Civitavecchia. Pochi dubbi per i militari sul fatto che il camioncino, che all’interno aveva dei materassi vecchi, non avesse nulla a che fare con l’incendio domato in pochi minuti dalla squadra 26 A dei vigili del fuoco del distaccamento di Marina di Cerveteri. È l’auto di grossa cilindrata naturalmente che sin da subito ha calamitato le attenzioni degli investigatori. A quanto pare la Jaguar, parcheggiata da diverse settimane di fronte al deposito degli scuolabus, sarebbe stata cannibalizzata e poi data alle fiamme. Un’azione dolosa quindi ad opera di furfanti che hanno spogliato le parti meccaniche ed elettroniche della macchina di casa automobilistica inglese. Si tratterebbe della cosiddetta “banda del pit stop”, composta da ladri meccanici scatenati soprattutto nella Capitale ma anche in altre zone della provincia. Secondo quanto ricostruito dagli stessi carabinieri, la Jaguar era stata reimmatricolata.
Al momento non sono stati segnalati ulteriori episodi né a Ladispoli e né nella vicina Cerveteri dove perà negli ultimi mesi è entrata in azione un’altra banda, quella specializzata nel furto delle marmitte catalitiche per ricavarne il palladio.
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