LADISPOLI - Marco Vannini si sarebbe potuto salvare. Non ha dubbi il dottor Ulrico Piaggio, medico legale e perito della famiglia Vannini, in merito alla morte del 19enne colpito da un proiettile della pistola calibro 9 di proprietà di Antonio Ciontoli, papà della fidanzata del ragazzo. Come dichiarato dal medico nel corso della trasmissione ‘‘Chi l’ha visto?’’, andata in onda mercoledì sera, la ferita d’arma da fuoco non ha interessato le zone nobili del cuore di Marco. Il ragazzo ha resistito due ore, quindi se i soccorsi fossero stati più immediati, se l’ambulanza fosse arrivata in emergenza, anziché con il codice verde, che non prevede neanche un medico a bordo, il ragazzo si sarebbe potuto salvare. «I sanitari del 118 – ha detto il medico – arrivati a casa Ciontoli non hanno capito perchè tanti lamenti. Marco era vestito, non era sporco di sangue, ma è chiaro che una ferita del genere comporta molto sanguinamento». Il dubbio e la paura emersi in trasmissione riguardano il possibile tentativo di Antonio Ciontoli di coprire qualcuno. Indicazioni importanti in ogni caso potranno emergere dai risultati delle analisi Stub effettuato su tre delle persone presenti quella sera. Al indicare, forse, che i sospetti della Procura (l’indagine è coordinata dal pm Alessandra D’Amore), su chi abbia potuto sparare il colpo, sarebbero circoscritti. Gli inquirenti, inoltre, continuano a cercare indizi sulla villetta di via De Gasperi: con l’ausilio del luminol si cercano infatti altre possibili tracce di sangue, che potrebbero essere state lavate. Dalla famiglia Ciontoli, di contro, ad oggi nessuna dichiarazione ufficiale: tutti i componenti si chiudono infatti in uno stretto riserbo. Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina militare, in servizio presso il Rud di Forte Boccea, continua infatti a sottrarsi alle telefonate dei giornalisti. Alla prima chiamata della giornista Rai, risultava irragiungibile in quanto in ferie; alla seconda telefonata, dopo una settimana, non ha risposto all’interno. Dalla villetta Ciontoli, a Ladispoli, nessuno apre il cancello. Chi risponde al citofono non rilascia dichiarazioni. Chiusura massima anche nelle parole di Martina, fidanzata di Marco, contattata: «Non posso rilasciare dichiarazioni – dichiara la ragazza – in questo momento c’è dolore. Sta indagando la magistratura e non ho voglia di parlare». Più decisa la risposta di Viola, fidanzata di Federico, fratello di Martina: «Io non voglio essere assolutamente disturbata. Conosciamo la situazione della famiglia di Marco». Mamma Marina, addolorata e arrabbiata, dalle telecamere televisive ha annunciato che andrà fino in fondo, a cercare la verità. «Da Martina, la ragazza che diceva di amare mio figlio - ha detto la donna - mi sarei aspettata un comportamento più sincero. Mi dovevano avvisare in tempo, così da poter correre a salvare Marco». «Loro devono pagare tutto – ha gridato la mamma di Marco in studio – loro ce lo dovevano, dovevano chiamarci subito. Martina sa che andrò fino in fondo. Avrà sempre questo senso di colpa, soprattutto perché le ho fatto da mamma». Papá Valerio porta invece con sé il rammarico di non aver avuto la possibilità di salvare lui stesso il figlio: «Se solo mi avessero chiamato, sarei corso ed avrei salvato io Marco, indipendentemente da quello che era successo». In studio, in trasmissione, c’era anche il cugino di Marco, Alessandro Carlini che, come già annunciato dal nostro giornale, ha raccontato di essere stato in contatto con Martina fino al giorno del funerale, e di aver tagliato ogni ponte perché stanco di sentire bugie. Anche Roberto, zio di Marco, alza la voce contro Ciontoli: «Da quando ho saputo che Ciontoli fa parte del Rud nutro dubbi sulla sicurezza nazionale». A placare gli animi, l’avvocato Celestino Gnazi, il quale ha sottolineato come un procedimento giudiziario serva a fare chiarezza e che maggiore sarà il tempo che passerà fino alla rivelazione della verità, maggiore sarà il dramma della famiglia Vannini. In ultimo un appello di Marina a tutti i vicini della famiglia Ciontoli. «Chiunque ha sentito qualcosa quella sera non esiti a renderlo noto». La casa dei Ciontoli infatti è immersa in un quartiere tra piccole abitazioni e palazzoni. Ogni dettaglio infatti potrebbe rivelare verità che al momento solo sei persone sanno, e l’unica parte lesa è quella che non avrà modo di raccontare una versione.