TARQUINIA - Francesco Montesi e Umberto Pancotti intervengono all’indomani del consiglio dell’Università Agraria nel corso del quale, per l’ennesima volta non è stato possibile votare il presidente del consiglio.

«Lunedì sera si è tenuto un importante consiglio dell’Agraria durante il quale è emersa una situazione di stallo riguardo all’elezione del nuovo presidente del consiglio - affermano Montesi e Pancotti - La maggioranza attuale non ha avuto i numeri sufficienti per procedere con l’elezione. Un tema rilevante è stato il voto del consigliere Fanucci - sottolineano - il quale ha scelto di non appoggiare Pancotti, appartenente al suo stesso gruppo politico, ma ha invece espresso la sua preferenza per Olmi. Questo comportamento ha messo in luce una spaccatura all’interno del nostro gruppo, che, nonostante le sue diversità, dovrebbe agire con unità e coesione. In questo contesto, noi consiglieri Montesi e Pancotti riteniamo fondamentale mantenere il mandato ricevuto dagli elettori, sottolineando l’importanza di una linea comune nelle decisioni che ci riguardano. Non possiamo continuare a votare in maniera divergente, poiché ciò rischia di indebolire la nostra posizione e compromettere la fiducia riposta in noi dagli elettori. È essenziale trovare un punto d’incontro che permetta di superare queste divisioni interne e di garantire una opposizione efficace e rappresentativa. Solo attraverso un dialogo costruttivo e la ricerca di un consenso potremo presentare un fronte unito e lavorare per il bene della comunità che rappresentiamo e che in noi ha riposto la sua fiducia».

Sul fronte invece della delibera contro il progetto di realizzare nella Tuscia un deposito per scorie nucleari votato all’unanimità interviene il consigliere di maggioranza Silvano Olmi che ha proposto il documento in accordo con l’assessore delegato all’Ambiente Alessandro Sacripanti. «Ringrazio i consiglieri presenti che hanno votato la proposta – dice Silvano Olmi - i ventuno siti censiti nella nostra provincia non sono idonei ad ospitare questo tipo di impianti. Secondo noi le scorie nucleari devono essere tombate nei luoghi in cui vengono prodotte, con impianti piccoli e non in una mega struttura grande circa 150 ettari. Con la legge 168 del 2017 – conclude Olmi – le Università Agrarie hanno tra i propri compiti la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale e del paesaggio agro-silvo-pastorale. Inoltre, il consiglio di amministrazione è eletto da tutti i cittadini tarquiniesi e quindi è rappresentativo della nostra città. Per questo ci siamo espressi contro il progetto del deposito di scorie nucleari.” I consiglieri, nel documento approvato, hanno chiesto al presidente dell’Università Agraria di partecipare e promuovere iniziative che coinvolgano la popolazione in democratiche manifestazioni di dissenso al progetto del Deposito Nazionale. Inoltre, Riglietti potrà intraprendere tutte le iniziative, anche di ordine legale, ritenute necessarie a sostenere le ragioni di contrarietà all’accettazione del deposito sul territorio provinciale. L’Ente aderirà a tutte le iniziative che saranno organizzate e chiederà alle altre Università Agrarie del territorio di partecipare. L’atto contrario al deposito di scorie nucleari, approvato dal Consiglio dell’Università Agraria di Tarquinia, sarà inviato a Governo, Regione, ai consiglieri regionali eletti nel collegio di Viterbo; al presidente della Provincia di Viterbo, all’assemblea dei sindaci della provincia di Viterbo; al sindaco di Tarquinia, all’associazione regionale delle Università Agrarie del Lazio.

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