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Dodici rinvii a giudizio sono stati disposti dal gup giovedì scorso nell'ambito dell'inchiesta della guardia di finanza sull'attività privata di alcuni medici in un poliambulatorio senza l'autorizzazione dell'Asl di appartenenza.
I 12 imputati devono rispondere di delinquere e truffata.
Le indagini risalgono a luglio del 2020, quando un'attività info-investigativa della guardia di finanza ha portato alla scoperta di un poliambulatorio all'interno della Cittadella della Salute di Civita Castellana, ove prestano attività lavorativa medici di medicina generale e medici specialisti, dipendenti di strutture pubbliche non autorizzate dalle Asl di appartenenza a svolgere attività di tipo privatistico, tanto da percepire l'indennità di esclusiva. Le attività esercitate dallo studio medico venivano pubblicizzate anche attraverso appositi annunci nella bacheca posta in sala d'aspetto.
La normativa nazionale e regionale consente ai medici di esercitare privatamente la propria professione ma, per farlo, sono vincolati da precisa autorizzazione del proprio ente di appartenenza.
L'esclusività del rapporto d'impiego, infatti, è premiata da una specifica indennità che va dai 1.065 e 1.421 euro mensili, mentre in caso di svolgimento della libera professione sono tenuti al versamento di una percentuale di quanto riscosso dai pazienti all'Ente di appartenenza all'Alpi (attività libero-professionale intramuraria).
La legge 412/91 indicare che l'autorizzazione concessa da parte dell'Asl preveda che la professione sia esercitata presso “studi medici privati” e non all'interno di ambulatori convenzionati con il servizio sanitario nazionale come appurato dalle attività di controllo.
Le indagini sono state svolte anche con la collaborazione dell'Ufficio controllo della direzione generale dell'Asl di Viterbo e della Regione Lazio.