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CIVITAVECCHIA – CIVITAVECCHIA – «Vi chiedo aiuto, non voglio soldi per me, ma aiutate la mia bambina. Compratele un po’ di latte». Accade di frequente di imbattersi in donne o uomini con bambini al seguito, che attirano l’attenzione dei passanti per racimolare qualche soldo con gli espedienti più disparati. Il trucchetto del latte per raggirare i più caritatevoli è una genialata e sta mietendo vittime in tutta Italia. Si appostano nei pressi dei negozi per bambini, chiedono aiuto ma specificano: «Non al negozio di alimentari, mio figlio soffre di rigurgito e ha bisogno del latte in polvere». Allora l’ignaro passante la accompagna del vicinissimo (nemmeno a dirlo) negozio che vende prodotti per bambini, la mamma chiede una specifica marca di latte che naturalmente non c’è. Inutile che la negoziante o la farmacista provi a spiegare che un’altra marca va bene lo stesso, la donna è irremovibile: «Le abbiamo provate tutte, mio figlio tollera solo il latte di quella marca». Per tagliare la testa al toro il passante mosso a compassione offre venti euro alla donna, che ad alta voce replica stizzita: «Il latte che serve a me costa quaranta euro e tu mi avevi detto che mi avresti aiutato», naturalmente in presenza di altri clienti del negozio. Così ci sono solo due soluzioni: dare il quantitativo di soldi richiesto o passare per insensibile. E beccarsi, in quest’ultimo caso, anche il rimprovero della donna. In queste ore sta girando per Civitavecchia una coppia che continua a mettere in pratica questa tecnica ormai consolidata e che ha messo le tende da ore tra via Annovazzi e via Buonarroti. Riusciranno le forze dell’ordine a conoscere in breve tempo almeno i nomi di questi bisognosi? Eppure incontrarli non dovrebbe essere difficile.