SANTA MARINELLA – Resta in carcere Basel Cristian Vasile, il romeno di 36 anni accusato dell’omicidio di Angelo Grassi, il 52enne trovato morto lunedì scorso nella sua abitazione in via delle Camelie a Santa Marinella. L’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Romani, si è avvalso della facoltà di non rispondere in sede di udienza presso il carcere di Civitavecchia Borgata Aurelia. Il gip Matteo Ferrante ha convalidato la misura cautelare in carcere, ritenendo la sussistenza  del pericolo di fuga, dell’inquinamento delle prove e della reiterazione del reato.

Il romeno non ha voluto ribadire quanto già dichiarato alla pm Martina Frattin e ai carabinieri dopo essere stato prelevato, lo scorso 10 settembre, da un bar di Santa Marinella e condotto nella caserma di via Antonio da Sangallo a Civitavecchia. In sede di interrogatorio, Vasile ha ammesso di aver picchiato il 52enne santamarinellese perché lo voleva cacciare da casa, ma di non averlo ucciso. «Quando sono uscito da casa con le mie cose, Angelo Grassi era ancora vivo e urlava», avrebbe detto il romeno che non sarebbe riuscito a fornire indicazioni sul giorno esatto nel quale sarebbe avvenuta la lite.

Come è noto, il corpo di Angelo Grassi è stato ritrovato lunedì scorso, 9 settembre 2024, in avanzato stato di decomposizione. I carabinieri, intervenuti su segnalazione di alcune persone, allarmate e preoccupate per il forte odore proveniente dalla casa, hanno trovato Grassi a terra, in posizione supina, tra l’antibagno e il bagno. Sul corpo e sulla testa sono stati trovati segni di colluttazione, ematomi ed escoriazioni.


Come ha fatto sapere in una nota il procuratore di Civitavecchia Alberto Liguori, la vittima «è risultata un ex tossicodipendente e utente del Serd». Le indagini si sono quindi rivolte in quel mondo, alla ricerca di collegamenti anche per ricostruire gli ultimi momenti di vita dell’uomo. Indagini tecniche e l’esame dei sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, hanno consentito poi di documentare gli ultimi movimenti all’interno e all’esterno dell’abitazione della vittima, con l’individuazione del romeno, fino a quel momento convivente di Grassi, quale principale indiziato del delitto.

Persone vicine a Grassi hanno raccontato di sospettare che il 52enne vivesse in una condizione di subordinazione, sopraffatto anche psicologicamente dal romeno. Non si sa se per questioni di droga o economiche. Grassi avrebbe definito Vasile «il suo caro amico». «Angelo era una persona fragile, ma innocua», avrebbero detto i vicini di casa, insospettiti dalla presenza assidua del romeno in quella casa. «Angelo non aveva nemmeno il telefono cellulare e per comunicare usava quello di Cristian», hanno detto.

Angelo Grassi, figlio di uno stimato medico di Roma in pensione, viveva nella casa di famiglia a Santa Marinella. I genitori, rappresentati dall’avvocata Lucia Leone, gli avrebbero sempre garantito un supporto finanziario. E il sospetto degli inquirenti è che il romeno sfruttasse Angelo Grassi economicamente.

Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

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