Stop al reddito di cittadinanza, proteste anche a Viterbo. Ieri dalle 9.30, davanti alla sede Inps del capoluogo in via Matteotti, si sono ritrovati gli attivisti di Lotta in Tuscia e Cobas, che hanno organizzato un sit-in per dire no alla fine del reddito di cittadinanza. La protesta è scattata a livello nazionale non solo per il RdC ma anche per le attuali misure economiche del Governo, considerate insufficienti e non adatte alle grandi difficoltà economiche delle famiglie italiane. «Il RdC, pur con i suoi limiti, è stata la prima forma di redistribuzione del reddito – dicono Lotta in Tuscia ed i Cobas - misure come la social card e l’occupabilità sono quasi paradossali perché, rispettivamente, impongono il controllo dello Stato su cosa comprare e, quando c’è il lavoro, è sottopagato e precario. Chiediamo il salario minimo a 15 euro l’ora perché a 9 non serve contro il carovita, reddito universale a tempo indeterminato per permettere una vita dignitosa».

Si calcola che dal 1° agosto, in Italia, sono 169 mila i nuclei familiari che non avranno più il sussidio del Reddito di cittadinanza, dal 1° gennaio 2024 lo perderanno altri 350 mila. Breve e molto chiaro l’sms arrivato a tutte queste famiglie: «Domanda di Rdc sospesa come previsto dall’articolo 13 del DL 48/2023 conv. Legge 85/2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali». Dal 1° agosto sono stati 5.796 i percettori della Tuscia a ricevere l’avviso via sms che avvisava della fine del sussidio mensile, pari a 11.072 persone coinvolte. Si tratta di una vera e propria mazzata, almeno per chi ci aveva contato come una delle poche fonti di reddito familiare. L’importo medio per i nuclei della Tuscia è stato di 562,79 euro e, da agosto, saranno certamente 3390 i nuclei senza assegno mensile di nessuna tipologia. Nei primi sei mesi del 2023, nella Tuscia, sono stati 2.429 i richiedenti del RdC, pari allo 0,5% del totale nazionale, mentre il dato Lazio è pari al 10,6% dell’Italia con Roma all’8% dei richiedenti totali con 38.936 unità. Il dato è andato progressivamente calando ad eccezione del 2022. Se nel 2019 si contavano 8583 richiedenti, nel 2020 già erano scesi a 7.553, nel 2021 erano 5.792 e nel 2022 sono risaliti a 6.774. Per quanto riguarda i percettori, nel solo mese di giugno 2023, nella provincia di Viterbo, sono state 7.915 le persone coinvolte nel RdC per 4.240 nuclei familiari con un importo medio di 564,41 euro. Le pensioni di cittadinanza sono state percepite da 673 nuclei con 740 persone coinvolte ed un importo medio di 314,72 euro. In totale, nella Tuscia, a giugno 2023 si sono avuti 4.913 nuclei coinvolti tra reddito e pensione di cittadinanza per 8.655 persone ed un importo medio di 530,21 euro. Le legge di bilancio 2023 n. 197/2022 ha stabilito nuovi criteri per l’assegnazione di sussidi alle famiglie bisognose: da una parte le famiglie con componenti disabili o minori o over 60 con Isee fino a 9.360 euro all’anno, dall’altra nuclei familiari composti solo da soggetti “occupabili” che possono lavorare (tra i 18 ed i 59 anni) con Isee fino a 6000 euro annui. Il Decreto Lavoro ha specificato che, per la prima categoria, il RdC cessa al 31/12/2023, mentre poi potranno fare richiesta per il cd. Assegno di inclusione della durata massima di 18 mesi; la seconda categoria, invece, è quella che ha avuto lo stop del RdC già al 31 luglio scorso e, se questi nuclei non sono già in carico ai servizi sociali del Comune di residenza, possono fare richiesta del cd. Supporto formazione e lavoro della durata massima di 12 mesi.