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CIVITAVECCHIA – Si è chiusa ieri, con una decisione importante e rilevante, come sottolineato dalle parti civili, l’istruttoria dibattimentale per il processo legato alla strage di Fidene, nel corso della quale rimase vittima anche la commercialista civitavecchiese Nicoletta Golisano. I giudici della prima Corte d’Assise di Roma, presieduti da Paola Roia, hanno infatti rigettato la richiesta di perizia psichiatrica per Claudio Campiti, accusato di essere il killer della strage di Fidene, avvenuta a Roma l’11 dicembre 2022, in un gazebo di via Monte Gilberto dove era in corso un’assemblea di proprietari di immobili del consorzio “Valle Verde” in provincia di Rieti. Claudio Campiti, con un pistola noleggiata al poligono del Tiro a Segno Nazionale di Tor Di Quinto, sparò e uccise quattro donne: Fabiana De Angelis, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e appunto la civitavecchiese Nicoletta Golisano.
Proprio l’avvocato Luca Marconi, legale della famiglia della donna, costituitasi parte civile al processo, proprio alla luce della decisione di respingere la richiesta di perizia psichiatrica, si è detto fiducioso sull’esito del processo. «Confidiamo - ha infatti sottolineato - in una sentenza di addebito assoluto della responsabilità». Una condanna che auspicano tutte le parti civili, proprio per la brutalità di quanto avvenuto in quei pochi attimi nel gazebo di Fidene.
La perizia era stata richiesta dopo le audizioni dei consulenti medici dell’accusa e della difesa, ascoltati in aula nel corso delle ultime udienze. Per il consulente della difesa, Campiti è incapace di intendere e di volere, una tesi questa confutata dal pubblico ministero Giovanni Musarò che ha presentato come testimoni quattro medici del carcere di Regina Coeli che avevo avuto in cura Claudio Campiti sin dal momento del suo arresto. «Ritenuto che non presenta carattere di necessità ai fini del decidere, rigetta allo stato l’istanza di accertamento peritale» hanno detto i giudici motivando la decisione.
A dicembre è prevista la requisitoria del pm Giovanni Musarò (10 dicembre) e il 16 dello stesso mese ci sarà spazio per le parti civili. Il 16 gennaio si procede con i responsabili civili e le difese, mentre il 28 gennaio chiuderanno le difese e si andrà a sentenza.
Quella di ieri è stata la ventesima udienza del processo che vede imputati anche l’addetto all’armeria del poligono di tiro di Tor di Quinto e l’ex direttore del poligono.
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