TARQUINIA - E’ stata eseguita ieri mattina presso l’istituto di medicina legale del Verano l’autopsia sul corpo di Luca Picano, il 36enne di Tarquinia trovato senza vita in un campo nei pressi della strada delle Grottelle, a Marina Velca. La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha voluto fare accertamenti sulla ennesima tragedia che ha colpito la famiglia Picano: poco più di un mese prima è dededuto il papà di Luca, Carlo, precipitato dal fungo cisterna di Marina Velca. Un volo di 33 metri che non gli ha lasciato scampo. Sulla morte di Luca, la scena ricostruita farebbe convergere sull’ipotesi di un gesto volontario, ma gli inquirenti hanno voluto fare ulteriori verifiche per determinare le cause esatte del decesso del 36enne, anche su spinta dei famigliari. L’ennesima tragedia ha lasciato la comunità di Tarquinia con tanti interrogativi su cosa possa aver determinato quello che appare essere un duplice suicidio familiare.

Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, Luca avrebbe allacciato una cinta alla leva di comando del braccio meccanico dell’escavatore, poi si sarebbe posizionato a terra, in corrispondenza della pala meccanica e avrebbe tirato la cinta attivando il braccio meccanico che abbassandosi lo avrebbe schiacciato in pochi secondi. L’allarme è stato lanciato intorno alle 13,30 di giovedì 10 ottobre: sul posto si sono precitati i sanitari del 118 che però non hanno potuto fare niente e il medico legale per gli accertamenti del caso. Inutile anche l’allertamento dell’eliambulanza ,costretta ad un viaggio a vuoto. In tanti si domandano se ci fossero motivazioni legate al duplice gesto estremo. Intanto nei giorni scorsi gli inquirenti hanno voluto ascoltare in Commissariato i parenti di Luca e Carlo, anche per cercare di comprendere dinamiche e rapporti familiari.

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