I toni del dissidio, per usare un eufemismo, che si sta consumando all’interno di Forza Italia e che vede fronteggiarsi l’ex sindaco Giovanni Arena e il segretario provinciale degli azzurri viterbesi Alessandro Romoli, non accennano a diminuire di intensità né tantomeno a spegnersi. Anzi.
La vicenda sembra avvitarsi sempre più su se stessa e la possibilità che la distanza, creatasi tra le posizioni dei due protagonisti, possa essere accorciata pare destinata ad affievolirsi ulteriormente.
Soprattutto perché saranno chiamati a interessarsi della questione e a trarre le conseguenze gli organi regionali e nazionali di Forza Italia. Insomma tira aria di deferimento e di sospensione dal partito per l’ex sindaco, dopo tre decenni di militanza.
La nostra testata ha sentito Giovanni Arena per raccogliere le sue reazioni in merito al rischio di essere estromesso.
«Non avrei mai immaginato che il segretario provinciale del partito, carica che io stesso ho ricoperto, - ricorda l’ex sindaco - avesse inviato una relazione per proporre l’espulsione da Forza Italia perché ho una visione diversa sulla questione alleanze. In un partito democratico e liberale come Forza Italia dovrebbe essere naturale avere opinioni diverse, il pensiero unico non fa parte della nostra tradizione».
Una decisione che pare essere diretta conseguenza di quanto verificatosi durante il coordinamento provinciale, ma come si è arrivati a un tale clima di tensione?
«La tensione nell’ultima riunione scaturisce anche da comportamenti precedenti da parte di Romoli, che la dicono lunga sul suo modo di fare. Per ben tre volte, ho concordato un appuntamento che per improvvisi impegni è stato sempre disatteso.
Ho provato allora tramite la sua segretaria a fissare un’altra serie di appuntamenti, che mi venivano dati a distanza di vari giorni e che la gentilissima segretaria, sempre più imbarazzata, me ne comunicava la disdetta dicendomi che mi avrebbe fatto sapere. Al telefono Romoli non risponde mai e questo possono confermarlo tutti quelli che provano a chiamarlo».
Questo potrebbe essere definito l’antefatto ma per quanto riguarda gli eventi accaduti il giorno del coordinamento?
«Ritornando alla riunione del coordinamento nel mio intervento ho evidenziato l’innaturale e persistente alleanza di Forza Italia con il Pd e la Frontini con la possibilità di presentarsi con questo assetto alle prossime elezioni comunali a Viterbo. Poi è scattata la scintilla che ha fatto degenerare la riunione, Romoli urlava in maniera scomposta al microfono “anziano maleducato” ed io, senza microfono, ero costretto ad alzare la voce più che potevo rispondendo “giovane cafone”, ce lo siamo ripetuto decine di volte, ma questa è semplice cronaca».
Ma qual è la finalità politica di questa sua ‘ribellione’?
«Vorrei che per le prossime elezioni per il rinnovo del presidente della Provincia, Forza Italia desse un segnale di avvicinamento al centrodestra e che si cominciasse da subito a ragionare anche per le prossime Comunali a Viterbo con un centrodestra unito compatto e vincente. Mi sembra la cosa più naturale da fare, ma non mi pare che si stia lavorando in questa direzione».