CIVITAVECCHIA – Perché non pensare ad una nuova destinazione per l’area di via XVI Settembre dove si trovano le due sagome Ater sottoposte a progetto di demolizione e ricostruzione? La proposta è arrivata durante il consiglio comunale di martedì dal capogruppo di Fratelli d’Italia Massimiliano Grasso durante la discussione in merito all’accordo tra Agenzia del Demanio e Comune per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.

«È importante – ha dichiarato Grasso nel suo intervento – che il Comune si rapporti in piena sinergia con gli altri soggetti pubblici che insistono sul territorio, come in questo caso l’Agenzia del Demanio, per stipulare intese nell’interesse della collettività. Penso non solo alla Adsp, ma anche ad esempio ad Ater, con cui si potrebbe e dovrebbe discutere anche di situazioni di stretta attualità, che costituiscono criticità che potrebbero, una volta sistemata la priorità della sistemazione delle famiglie “sfollate” da anni, diventare grandi opportunità di cambiamento per la città: pensiamo alla vicenda dei due palazzi di via XVI settembre che andranno demoliti. Ha senso oggi pensare di ricostruire in quel punto nevralgico di accesso al porto dei palazzoni di case popolari?».

Insomma per Grasso si dovrebbe ragionare con una maggiore prospettiva, ove possibile, e magari pensare ad una nuova destinazione per quell’area fondamentale per la viabilità vista l’immediata vicinanza con largo della Pace e il grande numero di crocieristi in arrivo a Civitavecchia, numero sempre in crescita negli ultimi anni fino ad una previsione di 3,5 milioni per questa stagione.

Una proposta che è piaciuta anche al sindaco Marco Piendibene che ha commentato: «È molto interessante e devo dire che è una intuizione sulla quale dovremmo fermarci a ragionare. Le sagome di via XVI Settembre che sono sagome molto importanti e che saranno demolite non sono più come ai tempi in cui furono realizzate. Oggi ricadono in una zona nevralgica e potrebbe essere importante essere aperti ad altri ragionamenti, insomma quello che c’era può diventare altra cosa, ringrazio il collega Grasso perché è un modo di doversi rapportare ad una città che è sicuramente cambiata. Credo che sia un elemento sul quale dovremmo ragionare insieme».

Anche secondo il consigliere del Movimento cinque stelle Alessandra Lecis si tratta di una possibilità su cui ragionare: «Ho trovato l’idea di pensare ad un nuovo uso di quell’area da approfondire e strutturare con la vostra collaborazione». Magari, una volta trovata una collocazione alternativa alle 45 famiglie coinvolte, potrebbe essere la soluzione per un progetto che sembra essere maledetto.

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