CIVITAVECCHIA – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl mare e Usb Fast dopo l'avvio della procedura per il licenziamento collettivo di 26 lavoratori della Port Mobility «addetti alla viabilità, conclusosi con un mancato accordo in data 12/11/2024 con la presente, proclamano le prime forme di mobilitazione e sciopero nei confronti della Società Port Mobility che, lo scorso 25 settembre, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo ai sensi della Legge 223 del 1991, dichiarando appunto un esubero e licenziamento di 26 lavoratori addetti alla viabilità».

Per i sindacati si tratta di una misura necessaria in quanto la società Port Mobility, durante le varie riunioni tenutesi in sede aziendale nei mesi passati hanno rigettato tutte le ipotesi che le organizzazioni sindacali hanno proposto «come alternativa ai licenziamenti, come: accedere agli ammortizzatori sociali straordinari e scongiurare, in attesa di risposte da parte dell'Autorità portuale, per la riduzione del personale o, in alternativa, di congelare la fase sindacale al fine di poter coinvolgere congiuntamente l’Adsp e le società private che operano nel porto di Civitavecchia per verificare possibili assorbimenti del personale in esubero e intervenire quindi sulla riduzione dei licenziamenti attraverso percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori in esubero».

I sindacati sottolineano che l'Azienda ha ribadito «che, in considerazione delle motivazioni esposte (riduzione importante dei servizi) l'accesso a strumenti temporanei di integrazione salariale non consentirebbe, senza un intervento esterno, di ridurre gli esuberi. Tantomeno la Società, in considerazione del comportamento assunto dai soggetti esterni, ritiene sia opportuno prorogare la fase sindacale».

Per queste motivazioni i sindacati proclamano lo stato di agitazione e una prima giornata di sciopero per il 4 dicembre 2024 di tutto il personale dipendente della società Port Mobility per l’intera giornata e il blocco della flessibilità.

«Si precisa – continuano – che lo sciopero sarà effettuato garantendo i servizi costituzionalmente garantiti, secondo le modalità stabilite dall’art 49 del CCNL dei lavoratori dei Porti. Queste organizzazioni sindacali ritengono che il tessuto produttivo e industriale di Civitavecchia ed il Porto di Civitavecchia da sempre sgravati da una crisi occupazionale, non può assolutamente permettersi che 26 lavoratori e altrettante famiglie si trovino a perdere il posto di lavoro e, pertanto, si attiveranno con tutte le Istituzioni locali e regionali per sensibilizzare la questione e trovare soluzioni condivise alternative ai licenziamenti, attivando fin da questo momento una mobilitazione permanente in tutte le sedi oltre che iniziative a livello mediatico e sociale, affinché azioni simili non diventino un “modello” di politica

industriale. Si richiede il ritiro della procedura e dell’intenzione di ricorrere a licenziamenti per la dignità e qualità del lavoro, per

la tutela del tessuto industriale nel Porto di Civitavecchia, per un sistema economico basato non solo sul mero profitto ma anche e soprattutto sui diritti, la legalità e il rispetto della persona, contro il malcostume di scaricare semplicisticamente sull’anello più debole della filiera le difficoltà imprenditoriali».

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