CIVITAVECCHIA – Civitavecchia è scesa in piazza per dire no alla violenza contro le donne. Questa mattina, 25 novembre, si è svolta una manifestazione molto partecipata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Oltre 500 persone hanno aderito all’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale, che ha visto un corteo partire dal parcheggio del Tribunale per arrivare al Pincio. Qui, dalle 10:30, si è tenuto un dibattito nell’aula Pucci, incentrato sul tema della lotta alla violenza di genere. Tanti i giovani presenti a dimostrazione del crescente interesse delle nuove generazioni per un tema drammaticamente sempre attuale.

Il sindaco Marco Piendibene ha sottolineato l’importanza della giornata e il dramma dei numeri che la violenza di genere porta con sé: «Oggi, più che mai, ribadiamo il nostro impegno contro ogni forma di violenza di genere. Secondo i dati più recenti, in Italia, dall’inizio del 2024 fino al 18 novembre, 99 donne sono state uccise, e in ben 83 casi il femminicidio è avvenuto in ambito familiare. Numeri drammatici, che ci ricordano quanto questa sia una battaglia urgente e necessaria».

Il sindaco ha poi aggiunto: «La violenza contro le donne non è solo un problema individuale, ma una ferita collettiva che mina le basi stesse della nostra società. Serve l’impegno di tutti: istituzioni, associazioni e cittadini, per promuovere la cultura del rispetto e della parità di genere. Civitavecchia oggi ha dato il proprio contributo con una manifestazione sentita e partecipata, seguita da un dibattito che ci ha permesso di approfondire il tema e proporre soluzioni concrete».

A chiudere il suo intervento, un messaggio rivolto alle vittime: «A tutte le donne diciamo: non siete sole. Le istituzioni ci sono e continueremo a lavorare per garantire protezione, ascolto e giustizia. Contrastiamo la violenza, promuoviamo il rispetto. Civitavecchia è in campo».

Anche la delegata alla Parità di Genere, Valentina Di Gennaro, è intervenuta ricordando il femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto lo scorso anno, e sottolineando il lavoro svolto negli ultimi mesi per rafforzare le reti di sostegno: «Un anno fa, alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, piangevamo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Ci siamo dette che occorrevano nuove parole, nuovi linguaggi. Ci siamo detti che la postura di Gino e Elena Cecchettin, sobria, pacata, altra, ci insegnava tanto. Loro sanno una cosa che la stragrande maggioranza di noi non sa: quello che significa avere una figlia o una sorella morta, ammazzata e buttata in un burrone».

Di Gennaro ha poi evidenziato come il problema resti drammaticamente attuale: «Eppure, dopo un anno, siamo qua e ci sono state altre cento donne uccise in Italia. Ci siamo chiamate per nome e cognome, abbiamo capito l’importanza della rete e del riconoscimento di tutti i soggetti coinvolti, con rispetto reciproco e pari dignità, dalle associazioni transfemministe alle forze dell’ordine. Una cosa, soprattutto, abbiamo capito: di fare rumore. E una lunga e partecipata manifestazione stamattina lo ha messo in pratica».

L’evento è stato un momento di riflessione e confronto, ma anche un segnale di speranza: un invito a non abbassare la guardia e a lavorare tutti insieme per costruire una società più giusta, in cui la violenza di genere non abbia più spazio.

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