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Secondo i dati del quarto Italian Barometer Obesity Report, nel nostro paese le persone con problemi di obesità e sovrappeso sono sei milioni, pari al 12% circa della popolazione adulta. I kg di troppo affliggono in media più gli uomini delle donne, la percentuale dei maschi in sovrappeso e obesi è infatti superiore a quella delle femmine in sovrappeso e obese. A livello mondiale, secondo le stime attuali, quasi un miliardo di persone, cioè una persona su sette, è affetta da obesità. E il problema è in crescita: si calcola che infatti entro il 2035 gli individui obesi nel mondo saranno 1.9 miliardi, pari a una persona su quattro, di cui 1.5 miliardi di adulti e quasi 400 milioni di bambini, pari a un bambino su cinque. Sovrappeso e obesità non impattano solo sull’aspetto estetico e sul benessere psicologico, ma costituiscono veri e propri problemi di salute, innanzitutto per lo stretto legame tra l’eccesso di peso e le malattie cardiocircolatorie, come l’ipertensione e la cardiopatia ischemica, e metaboliche, quali il diabete. Sono questi alcuni dei temi trattati da Stefano Genovese, responsabile dell’Unità clinica e di ricerca in diabetologia, endocrinologia e malattie metaboliche dell’IRCCS – Centro cardiologico Monzino di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “L’obesità è una malattia, seria e cronica, aggravata da tante comorbilità – ha esordito il professore – Sappiamo bene che la chirurgia bariatrica, la modalità che permette di perdere peso in maniera significativa, riduce il rischio di tutte queste patologie che si associano all’obesità, la semaglutide in sè invece per me non sostituirà la chirurgia bariatrica, ma le nuove classi di farmaci che stanno arrivando potranno essere probabilmente più efficaci della stessa chirurgia”. E proprio sulla semaglutide, di cui tanto si discute non soltanto per la cura del diabete ma anche per i recenti effetti benefici nella perdita di peso per i soggetti obesi o in sovrappeso: “La semaglutide è una molecola che fa parte di classe farmaci agonisti GLP-1. Il GLP-1 è un ormone che gli esseri umani secernono a partire dall’intestino in risposta a un pasto – ha raccontato Genovese – Agisce inducendo sazietà e riducendo la fame, per esempio, mentre a livello dei vasi sanguigni ha un effetto protettivo, così come sul rene”. “Nelle persone con diabete, l’azione di questo ormone è deficitaria, per cui i ricercatori hanno pensato di utilizzare una forma farmaceutica che mima l’azione di questo ormone per la cura del diabete, e in effetti è un farmaco potente per ridurre la glicemia e curare il diabete”, ha aggiunto. Di recente, però, questo farmaco è stato introdotto anche nelle cure per l’obesità e il sovrappeso, anche se in Italia bisognerà aspettare ancora un pò: “La semaglutide come molecola specifica è indicata anche nell’obesità, in Italia non è ancora disponibile per la cura dell’obesità ma lo sarà quest’anno – ha sottolineato – Attualmente si usa un altro farmaco della stessa famiglia, la liraglutide, anch’esso ha dimostrato di ridurre peso e glicemia, e che si somministra tutti i giorni e non settimanalmente. La semaglutide ha l’indicazione d’uso, ma in Italia non è ancora disponibile nel mercato perchè l’Aifa non ha ancora concordato prezzo e modalità di prescrizione e al momento è solo per il diabete – ha spiegato – L’utilizzo in una persona che non ha l’indicazione d’uso è off-label, sotto responsabilità del medico e dello stesso paziente. Le indicazioni d’uso previste dalle due agenzie di regolamentazione è che può essere usata nei pazienti in sovrappeso, con BMI superiore al 27%, con almeno un’altra patologia come per esempio il diabete, oppure in chi ha almeno il 30% di BMI. Chi invece vuole utilizzarla per perdere 4-5 kg lo fa off-label e a suo rischio”, ha ribadito Genovese. “In questo momento, in Italia le farmacie hanno l’obbligo di fornire il farmaco solo a chi ha la prescrizione nell’ambito del diabete”. Come dimostra uno studio di novembre, sono diversi i benefici riscontrati con la somministrazione di semaglutide nei casi previsti: “Il farmaco è nato per curare il diabete, poi si è visto che faceva perdere peso e ne è stato allargato l’utilizzo. Questo farmaco ha dimostrato di avere un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare, con la riduzione del rischio del 20% per chi lo ha assunto”. Infine, sulle possibili controindicazioni e le obiezioni sollevate nel mondo scientifico: “A chi dice che è facile poi riprendere i chilogrammi se si interrompe la somministrazione del farmaco dico che è vero, ma al contempo, dal momento che questo farmaco induce sazietà, i pazienti perdono peso perchè mangiano di meno, poi a quel punto con dieci kg in meno si è più portati a compiere attività fisica e ad avere un corretto stile di vita da lì in avanti – ha concluso – I problemi pancreatici sono infine descritti nell’1% dei pazienti, tutte le persone che perdono peso possono avere piccole coliche biliari, che possono provocare pancreatite”.