Se la maggior parte delle persone dovesse pensare a un calciatore portoghese famoso, beh, quasi tutti direbbero Cristiano Ronaldo.

Solo chi ha un'età anagrafica più avanzata penserebbe a Eusebio da Silva Ferreira, meglio conosciuto come il grande Eusebio.

Ci sono tre particolarità di questo calciatore che si espungono dalla sua vita. La prima è che se fosse nato trent'anni dopo, non giocherebbe per il Portogallo, ma per il Mozambico.

Questo perché Eusebio, soprannominato la Pantera Nera, nacque nel paese africano nel 1942, ma visto che il Mozambico era una colonia portoghese (lo fu fino al 1975), il passaporto diventò automaticamente lusitano. Tant'è che la sua gioventù lo portò a giocare circa 4 anni nello Sporting L. Marques, club della capitale del Mozambico Maputo, che prende il suo nome proprio da quel

Lorenzo Marques, esploratore portoghese del XVI secolo.

La seconda peculiarità da citare è stata che ha giocato per quindici dei suoi ventitré anni di carriera nel Benfica (una caratteristica rara da trovare ai giorni d'oggi), squadra portoghese con cui ha vinto tutto il vincibile e con cui ha legato quasi tutta la sua vita da sportivo.

La terza è che fu il primo calciatore a ricevere il premio della scarpa d'oro, onorificenza istituita nel 1968. Già pallone d'oro e scarpa d'oro, ha vinto la Coppa dei Campioni nel 1962 e l'ha sfiorata altre due volte arrivando col suo Benfica in finale.

Con i suoi 11 titoli portoghesi è stato il calciatore lusitano più amato, festeggiato e ricordato in mezza Europa, questo dovuto anche al suo carattere mite e gentile, almeno fino all'avvento di Cristiano Ronaldo.

Pelè, nel 2011, lo mise nella famosa lista FIFA 100 e ancora oggi è ricordato come uno dei giocatori più tecnici che il calcio abbia mai avuto.

Nel 2014, dopo un ictus, morì per arresto cardiaco e il Portogallo osservò tre giorni di lutto nazionale.

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