La macchina del tempo ingrana la retromarcia e parcheggia nell’area di sosta dello scorso week end.

Che per due delle discipline che da sempre caratterIzzano in maniera significativa (tra alti e bassi ma pur sempre significativa) la civitavecchiesità sportiva ha purtroppo fatto cadere nella più cupa depressione le rispettive tifoserie della Nc impegnata nel campionato di A2 di pallanuoto e dell’undici nerazzurro. Alle prese con partite ritenute a ragion veduta determinanti ai fini della classifica generale entrambi sono usciti sconfitti e quando siamo ormai alle battute finali della stagione la situazione è tutt’altro che florida. Anzi, tanto per iniziare a posare lo sguardo sul sette rosso celeste, all’indomani del sanguinoso passo falso nella tana della diretta concorrente, l’Ischia, il baratro della serie B non è soltanto un’ipotesi astratta bensì una realtà semplicemente spettrale.

Quali le cause che hanno determinato il disastroso andazzo di una stagione che sin dalle primissime battute si è capito e sempre più temuto che non potesse regalare un sorriso ? Partendo dal presupposto, assolutamente incontestabile, che l’efficienza di una squadra è figlia legittima di una grande società, va da sé che la lunga collana di sconfitte infilata appaia come la conseguenza diretta di mancata programmazione e di zero investimenti dopo che si era avuta la ghiotta opportunità di sopravvivere alla retrocessione grazie all’ottenimento del ripescaggio nella seconda categoria nazionale.

Avrebbe dovuto essere proprio quello il momento di maggiore e seria riflessione della dirigenza e dello staff tecnico per evitare che si ripetesse il piramidale (e fatale) errore di ripresentare sulla scena un complesso se non esattamente raffazzonato sicuramente poco competitivo.

Eppoi non va dimenticato che nel tempo quella che poteva essere una formazione di assoluto rispetto, e per giunta giovanissima, è stata smantellata dato che sono approdati ad altri lidi giocatori di livello.

Tanto per fare qualche nome, varrà la pena ricordare che l’abbandono dei Checchini (in forza alla Vis Nova di Alessandro Calcaterra, incontrastata dominatrice della rassegna), dei fratelli Caponero (uno all’Anzio in A1, l’altro a Recco) e dei Ballarini ha creato un vuoto incolmabile. Sarebbe quanto mai interessante capire il perché pallanuotisti così validi abbiano preso la grave decisione di rinunciare definitivamente alla calottina rossoceleste che, la storia insegna, ha sempre rappresentato un luminoso traguardo da raggiungere: potrebbero i responsabili del sodalizio illustrare i motivi che hanno consentito delle perdite così importanti ? E al riguardo, commentando questo aspetto senz’altro di rilievo, non possono non destare sensazione le parole di un noto tecnico (con uno straordinario passato agonistico): “E’ davvero triste pensare alla pesante situazione attuale quando la Nc,con la “rosa” forte dei succitati atleti insieme con Maisini, Greco, Luca Pagliarini, Carlucci, Di Bella, tanto per citare i giovani maggiormente talentuosi, a mio avviso avrebbe avuto la potenzialità giusta per raggiungere i play off e non precipitare nell’inferno della graduatoria. E’ insomma inconcepibile che sia stato dilapidato un prezioso patrimonio a seguito di tanta ed evidente avventatezza”.

Trasferendoci sul versante calcistico, a spegnere il fuoco dell’entusiasmo dell’appassionato popolo nerazzurro ci ha pensato la Favl Cimini in quel di Vignanello, dove proprio al tramonto del secondo tempo galeotto fu un calcio di rigore.

Di lì la dura sentenza in base alla quale,a meno che non arrivi la lieta (anzi lietissima) notizia della penalizzazione dell’ Anzio (non è però dato saper con esattezza quanti punti verrebbero tolti alla capolista), Funari e soci si trovano fuori dalla corsa per puntare alla serie D. Delusione ? Rammarico ? Rabbia ? Be’ di tutto un po’, non foss’altro perché per lunghi tratti del cammino si è avuta l’impressione che la squadra possedesse i requisiti giusti per aspirare autorevolmente al salto di categoria. E’ accaduto invece che al girone di andata contrassegnato da undici successi, tre pareggi ed altrettante sconfitte (per un totale di trentasei punti) è seguito quello discendente che al massimo può concludersi (se maturerà la vittoria nel turno odierno ritenuto abbordabilissimo sulla carta) con un bottino di ventisette punti, frutto di sette en plein, sei match nulli e quattro rovesci.

Dunque un percorso, quest’ultimo, maggiormente accidentato rispetto al precedente. E siccome la matematica non è un’opinione, nei numeri, freddi come lastre di ghiaccio specie quelli delle prime tre giornate del “ritorno” (2-2 interno con il IV Municipio e battute di arresto con Maccarese e con la bestia nera Cerveteri) , si trova la lapalissiana spiegazione di un campionato tutt’altro che amico delle più rosee aspettative da parte di pupilli e supporters del club del presidente Presutti.

Buon tutto a tutti.

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