L’Università degli Studi della Tuscia ieri ha conferito a Corrado Augias il dottorato honoris causa “Società in mutamento: politiche, diritti e sicurezza”. Ad aprire la cerimonia, nell’auditorium di Santa Maria in Gradi, il rettore Stefano Ubertini che ha sottolineato che il «dottorato honoris causa si conferisce a chi ha costruito un metodo ed è diventato riferimento per giornalisti e comunicatori. Un uomo che ha fornito un contributo importante alla società italiana, ha saputo guardare e raccontare il nostro mondo in modo unico. Mai come oggi abbiamo bisogno di questo tipo di intellettuali».
«Riuscire a cogliere i cambiamenti è un dono che hanno pochi intellettuali - ha detto il professor Alessandro Sterpa nella sua laudatio - La paura del cambiamento è naturale, è insita nel nostro codice genetico. Noi oggi viviamo il cambiamento che è divenuto normalità ma lo subiamo con una forza e potenza mai ripetuta nel passato. La forza di riflessione di Augias ci fa capire, però, che il cambiamento può essere la forza, le trasformazioni non come minaccia ma come strumento per progredire».
La parola è passata quindi a Corrado Augias che ha tenuto la sua lectio magistralis in cui ha parlato di giovani, clima, intelligenza artificiale e politica. Partendo proprio dai giovani e dai cambiamenti che vivono, ha detto che il primo è il passaggio dalla civiltà della carta a quella digitale, «un passaggio epocale che comporta anche un cambiamento di velocità ed estensione». Sul cambiamento climatico ha detto che questo «ha un peso catastrofico e comporta tra l'altro grandi movimenti di popoli, ci sono zone in cui le popolazioni non possono sostentarsi e così prende forza il fenomeno delle migrazioni con conseguenze politiche che creano contrasti».
Quindi l’intelligenza artificiale. «Quello che spinge l’intelligenza artificiale non è la scienza, che è serva, ma è l’interesse. L’intelligenza artificiale, parafrasando Marx, è oramai la locomotiva della storia». Parlando della politica, Augias ha detto che oggi «si vive una politica sempre più asfittica e il successo è riservato a quei movimenti che forniscono le soluzioni più facili». «L’ondata dei cambiamenti è imponente, gli interessi sono enormi - ha concluso - ma la difesa della democrazia spetta a noi».