«Fenice nasce dall’idea di rialzarsi dalle ceneri così com’è stato per me».

A parlare è Fabio Fasanari, in arte Faziarte, autore dello splendido murales sulla Fenice (nelle foto di Federico Bottarelli), alto più di 14 metri, che copre l’intera facciata del palazzo situato a Bagnaia in strada Ponte Veiano ad angolo con viale Fiume.

Il murales è stato inaugurato il 1° giugno scorso alla presenza della sindaca di Viterbo Chiara Frontini, del presidente del Sodalizio dei facchini di S. Rosa Massimo Mecarini e di Fabio Belli per l’Ance. Hanno sponsorizzato l’evento il Comune di Viterbo, il Sodalizio Facchini, L’impresa edile Fiorillo, Banca Lazio Nord e Klimt Art.

L’opera ha ispirato Fabio perché, metaforicamente e artisticamente, lo rappresenta essendo guarito da un linfoma al quarto stadio e rinato. Fabio Fasanari, anche durante la sua malattia, ha elaborato e ideato le sue opere e, Fenice, è la prima di una lunga serie di murales che saranno realizzati nei prossimi mesi.

«Ho studiato tutt’altro diplomandomi all’istituto tecnico-economico – dice Fabio parlando di sé - e quindi laureato in ingegneria meccanica ma, proprio negli ultimi anni dell’università, ho cominciato a disegnare coma valvola di sfogo per evadere perché ho capito che l’Ingegneria era contro la mia personalità».

L’elogio alla sua arte da parte dei colleghi di studio prima e degli amici e conoscenti poi ha quindi convinto Fabio al grande salto professionale. «Questa voglia di evasione – continua Fabio – è nata contro lo schematismo di Ingegneria e l’ho sublimata disegnando sempre più spesso. Una mia collega universitaria mi ha detto che ero bravo e che dovevo aprire una pagina social e fare vedere i miei lavori. Allora ho aperto una pagina Instagram e ho cominciato a mettere i miei disegni su carta su commissione, partendo dai miei amici ma li ho fatti sempre di più iniziando a guadagnare anche bene». Così Fabio Fasanari ha capito che la sua indole artistica avrebbe rappresentato il suo lavoro di vita. «Sì. I tanti disegni che mi hanno richiesto amici e tante persone – continua Fabio – mi hanno spinto a terminare gli studi e dedicarmi completamente al disegno e a realizzare loghi. Quindi ho deciso di realizzare il primo murales che è stato quello in viale Francesco Baracca intitolato ‘La tua Rosa’ Da qui è poi partito tutto, mi sono promosso sui social avendo visibilità e iniziando a fare lavori a mano su commissione su quadri, tavole, tele. Quindi mi hanno richiesto opere anche personaggi famosi come calciatori, attrici, influencer, cantanti. Ho poi cominciato a lavorare sempre di più sui muri che è l’attività che più mi piace e dà soddisfazione». Fabio ha fatto di una passione un lavoro ed è al suo nono murales con “Fenice” e sta lavorando anche fuori Viterbo. «Avevo grandi progetti – continua Fasanari – ma si è fermato tutto a ottobre dell’anno scorso perché mi è stato diagnosticato un linfoma al quarto stadio e ho dovuto fermarmi dalla vita frenetica che facevo e per sei mesi non ho fatto nulla. Ma sono una mente estrosa che progetta e, durante la malattia, avevo tante idee e ho buttato giù tanti progetti. Fenice è stato il primo ma ne seguiranno altri. Ci tenevo che Fenice fosse il primo perché ci speravo che tutto andasse bene e così è stato perché sono guarito dal linfoma e, quando ho avuto la notizia dopo pochi giorni è stata inaugurata Fenice».

Un murales, Fenice, che è quindi un messaggio di speranza oltreché un’opera di primo livello e, Bagnaia, ne gode la maestosità e bellezza.