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La Pasqua di Civitavecchia, oltre ovviamente al significato religioso universale, riveste quest’anno una particolare rilevanza. Pasqua, intesa come rinascita e quindi nel senso ultimo di speranza, è guardare al domani con un rinnovato ottimismo.
Sarà perché dopo la pandemia è iniziata subito una guerra che dopo un anno continua a mietere vittime, gettando il mondo intero nell’incertezza e nella paura e facendo galoppare inflazione e impoverimento di imprese e famiglie, fatto sta che oggi c’è bisogno di guardare avanti con un’ottica positiva.
Il Pnrr, prima di diventare un grosso rischio per la Nazione (e a cascata per le singole comunità locali) che potrebbe essere costretta a restituire soldi all’Europa per i progetti non completati nei termini prestabiliti, è comunque una enorme opportunità per realizzare i progetti che invece siano pronti ad andare in gara.
E in questo senso Civitavecchia, ed in particolare il porto, sono un esempio positivo. Le opere per il completamento del piano regolatore portuale sono finanziate dal Pnrr e l’Autorità di Sistema Portuale è in condizione di appaltarle e poi realizzarle, così come il cold ironing, assai meno utile, ma per motivi esogeni di carattere generale, che avrebbero meritato una riflessione a monte e su cui avremo modo di tornare a tempo debito.
Lo stesso ragionamento vale per l’eolico offshore dopo l’intesa siglata da Plenitude (Eni), Cassa Depositi e Prestiti, ossia la cassaforte che funge da braccio operativo dello Stato e i danesi di Copenaghen Infrastructure Partners per realizzare a largo di Civitavecchia uno dei nuovi 3 parchi eolici galleggianti italiani (gli altri 2 saranno in Sardegna ma faranno sempre capo, poi per la distribuzione, a Civitavecchia) che dovrebbero essere attivati tra il 2028 e il 2031, ma la cui realizzazione dovrebbe iniziare molto prima, con importanti ricadute occupazionali anche per le opere e gli interventi da realizzare a terra, in un’area che dovrà essere individuata tra porto e retroporto.
C’è da definire il futuro di Enel sul territorio, tra logistica e rinnovabili, della darsena mare nostrum, del marina yachting e degli altri progetti portuali, di Fiumaretta e dell’ex Italcementi, fino all’ormai possibile avvio dell’esperienza termale in città. Insomma, quella che attende Civitavecchia, in un momento grigio che potrebbe portare a non pensare positivo, è una nuova primavera, una stagione di rinascita.
Per agganciarla, serve una pacificazione definitiva che consenta di ricostruire una rete relazionale forte anche nei rapporti istituzionali, sfruttando a vantaggio del territorio e della città quella filiera governo-regione-comune che oggi è tutta di centrodestra e che negli ultimi 20 anni, è stata quella che ha portato più finanziamenti e realizzato opere pubbliche a Civitavecchia, dopo il filone di centrosinistra che caratterizzò positivamente la seconda metà degli anni 90, fino al 2001.
È necessario inoltre motivare i giovani per costruire una nuova classe dirigente, favorendo il ricambio della politica già in parte avviato e dando nuove prospettive alle energie positive incentivandone l’impegno e offrendo opportunità e validi motivi di rientro per i tanti che hanno deciso di partire, da Civitavecchia ma soprattutto dall’Italia.
È questa la sfida da vincere per il domani. Buona Pasqua a tutti.
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