di ROBERTA GALLETTA

CIVITAVECCHIA - Sul colle della Ficoncella, a circa quattro km dal centro abitato, è ancora oggi possibile ammirare i resti della città romana di Aque Tauri, costruita su un preesistente abitato etrusco. Ancora prima della costruzione delle terme repubblicane e poi di quelle imperiali che oggi costituiscono il magnifico complesso archeologico-botanico delle Terme Taurine, anche gli etruschi avevano ben presenti le benefiche virtù delle sorgenti termali intorno alle quali avevano costruito un abitato, con relativa necropoli, nella vicina zona chiamata «Pisciarelli». A testimonianza della vitalità dell’antico municipio romano resta oggi una grande e antica vasca a gradini, probabilmente il calidarium di un impianto termale costruito in prossimità della sorgente da cui sgorga l’acqua della Ficoncella, frequentatissimo prima del 70 a.C e abbandonato in epoca imperiale sotto Adriano, quando venne fondato il porto e l’abitato di Centumcellae e ampliato il vicino centro termale romano delle Terme Taurine. L’origine etrusca di questa città è testimoniata dalla presenza delle tombe della necropoli “Pisciarelli”, presso le acque termali della Ficoncella, risalenti al VI-IV secolo prima di Cristo. Le strutture mostrano affinità sia con quelle delle necropoli di Cerveteri che con quelle delle necropoli di Tarquinia. Studiate dallo storico civitavecchiese Salvatore Bastianelli tra il 1913 e il 1949, le tombe sono a camera rettangolare, alte circa un metro e mezzo, accessibili attraverso gradini e chiuse da lastroni. In particolare in alcune di esse sono stati ritrovati frammenti di olla di bucchero, di anfore e alcune maschere di lamina di rame sbalzata raffiguranti un ariete e un leone, materiale tutto visibile e conservato al secondo piano del Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia. La particolarità di questa necropoli non è solo quella di essere stata legata all’abitato etrusco sorto proprio grazie alla presenza delle fonti di acqua sulfurea, ma per la sua posizione, tra Cerveteri, i Monti della Tolfa e Tarquinia quella di essere stata al centro di un lungo dibattito intorno all’esatta ubicazione del confine, sulla costa, tra i due importanti centri etruschi dichiarati recentemente Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Dopo decenni di studi e molte ipotesi oggi la teoria più accreditata resta quella dell’etruscologo Massimo Pallottino, che nel 1937-1939 sosteneva che il territorio di competenza di Tarquinia arrivava oltre il fiume Mignone, occupando interamente la vallata fino alle alture del massiccio di Tolfa, e dunque comprendendo il colle della Ficoncella e la necropoli di Pisciarelli fino all’abitato e alla necropoli della Castellina. Un’origine etrusca dunque, prima che romana, di Civitavecchia.