CIVITA CASTELLANA - I gruppi consiliari e le sezioni territoriali del partito di Rifondazione comunista e del Movimento cinque stelle, esprimono la loro «profonda preoccupazione per il futuro dell’ospedale Andosilla».

«Il nostro nosocomio martoriato da anni di politiche di privatizzazione forzata della sanità pubblica - affermano - negli ultimi mesi sta sprofondando nel baratro che porta alla definitiva chiusura. Sono stati ridimensionati o chiusi interi reparti come diabetologia, radiologia, che riguardano anche malati oncologici o affetti da altre gravi patologie, senza che il Sindaco, massima autorità sanitaria del territorio, abbia mosso un dito con atti formali da portare a conoscenza della città».

«Si continuano a fare passeggiate degne della propaganda dell’istituto Luce - proseguono - mentre i cittadini sono costretti ad andare a Viterbo, fuori regione o a rivolgersi alla sanita privata anche per le prestazioni più banali. Vista la gravissima situazione in cui ci troviamo ed in considerazione della condivisa volontà di tutelare il nostro prezioso ospedale, tra l’altro situato in una posizione strategica tra Cassia, Flaminia ed autostrada che potrebbe attrarre pazienti per un potenziale bacino di oltre centomila utenti nel raggio di 20 chilometri distribuiti su 18 comuni, chiediamo al sindaco di dismettere gli abiti di referente politico del suo partito e di indossare quelli di primo cittadino di Civita Castellana». «Rivolgiamo di nuovo il nostro appello a tutte le associazioni, i sindacati e le organizzazioni politiche per la costruzione di un comitato cittadino in difesa del nostro ospedale, che miri non solo alla salvaguardia dei servizi esistenti ma anche al ripristino dei troppi reparti e servizi che sono stati chiusi, all’assunzione di tutti i precari ed a quella di nuovo personale e che infine vigili perennemente contro le politiche di tagli e privatizzazioni del sistema sanitario pubblico che porta ad innumerevoli sofferenze da parte dei cittadini mentre arricchisce in modo smisurato i signori delle cliniche private», concludono.

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