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di FABIO ANGELONI
CIVITAVECCHIA L’ennesimo capitolo della Statua del Bacio di Civitavecchia agita il web: Mendoza e l'infermiera lasciano il porto per la seconda volta, riaprendo una ferita mai del tutto rimarginata. Dopo un'iniziale accoglienza contrastata, tra romanticismo e critiche, la statua aveva già subito un primo allontanamento per oscure ragioni. Il recente ritorno, accolto con speranza, si è rivelato effimero, con le gru a sancire un nuovo trasloco. Magari l’ennesimo va e vieni.
Quindi, Mendoza, non tornare. Così non sentirai le voci che dicono che tu qui non puoi stare, per via dei 99 bombardamenti che hanno martoriato questa terra, ferite ancora vive nella memoria.
Dimentica che quella città Dimentica che per la tua divisa “Amerikana” qui c’è chi ti vede come un assassino o peggio ancora un terrorista. bombardata era fascista, che qui Turati veniva ad inaugurare l’Acquedotto del Mignone facendo zampillare il primo getto d'acqua nella fontana di Piazza Calamatta e la scuola marinara dell'Opera Nazionale Balilla. Dimentica che gli aguzzini dei detenuti politici del carcere di Civitavecchia erano specialisti in percosse con bastoni e manganelli, elettroshock, privazione del sonno, insulti e umiliazioni contro i cosiddetti irriducibili. Dimentica le lapidi silenziose dei 7862 americani a Nettuno, dei 2316 inglesi e canadesi ad Anzio, morti oltre Atlantico per la libertà di chi oggi straparla, testimoni muti di una follia che non deve ripetersi. Non tornare, Mendoza, perché sei un sessista. Qui, come in Normandia, il tuo gesto è stato bollato come sessismo, un'offesa imperdonabile per le femministe “woke”. Non tornare, tanto, on capiresti nemmeno questa gente strabica, che trova 10 mila euro per fuochi d'artificio effimeri e altrettanti per le luminarie kitsch, ma fatica a riconoscere il valore del tuo ricordo, la gioia racchiusa in quel tuo bacio. Non tornare, Mendoza, perché qui l’Autorità portuale cha seguito il Razzi-pensiero e di statua del bacio se-ne-è-fatta-una-tu ta-sua. Piccola ma tutta sua.E mentre la casta dei politici “non trova i fondi”, i cosiddetti “Illuminati”, giovani industriali del territorio, si interrogano sulla tua 'sostenibilità', come fossi un'azienda da valutare, un costo da soppesare. E’ per questo che un anno fa ti ho cercato a Time Square. Speravo di ritrovarti di nuovo lì. L’odore acre della libertà non più proibita fluttuava nell'aria, in mezzo a grattacieli sempre più scheletrici si agitava il consumismo che inghiotti-cervelli. Intendiamoci, l'umanità a Time Square è sempre il solito fiume in piena di solitudini connesse. Ma oggi scorrazza sotto schermi giganti e quegli oracoli luminosi che spingono grandi, giovani e bambini nel gorgo dell'ignoranza dorata. Eppure, in quel delirio di luci e ombre, la mente è volata a te, marinaio Mendoza. Il tuo bacio rubato lì alla fine della Seconda Guerra, immortalato nella statua di Civitavecchia, celebrava la fine di un incubo, un anelito di gioia in un mondo che si ricostruiva dalle macerie. Oggi ormai danziamo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale e se chiudiamo gli occhi e pensiamo all’America…compare Trump che ci da dei fannulloni. Non tornare, Mendoza. Qui a Civitavecchia si smonta un ricordo, un'eco di un passato che forse non comprendiamo più. Mendoza, ancora una volta, salpa da un porto che sembra non volerlo. Chissà se, come nelle migliori storie di marinai, tu farai mai ritorno. E con un nuovo messaggio di pace.