DON IVAN LETO*

La pagina evangelica di Marco di questa domenica (Mc 9,30-37) ci mette davanti alla grande rivoluzione di Gesù, il Figlio di Dio. Alla fine non vince il mondo, ma i criteri di Dio che guidano la Storia. La gloria di Dio si attesta per vie divergenti da quelle che noi percorriamo inseguendo sogni di gloria e le illusioni umane svaniscono come foschia mattutina al sorgere del sole. È il secondo annuncio della Passione; la questione del servizio come segno di potere e gloria agli occhi di Dio; l’esplicitazione dei criteri del Regno attraverso l’immagine del bambino e del servo. L’evangelista annota due situazioni: incomprensione e timore dei discepoli. Tali percezioni di fronte a questo discorso sono anche le nostre: noi non comprendiamo la lontananza del Figlio da Dio stesso provata nella Passione per gustare sulla sua pelle la conseguenza del peccato in noi. In fondo, le intemperanze di Pietro all’intuizione che l’annunciata fine di Gesù coincida con la propria personale fine, sono tranquillamente le nostre. Noi non comprendiamo neppure quali implicazioni abbia su di noi questo modo di essere di Cristo e quindi di essere cristiani. E questo comporta in noi letteralmente la “fobia” nel chiedere delucidazioni; in fondo il Pietro che impone a Gesù come fare il Cristo si è annidato anche in noi. Abbiamo paura che Gesù chieda di lasciare tutti i compromessi col mondo con cui a vari livelli abbiamo tessuto trame di influenza e di potere, nella penosa illusione di ricevere encomi e riconoscimenti da un mondo che è sempre “cattivo pagatore”.

Gesù offre ai discepoli la logica del servizio come antidoto a questa paura paralizzante. E questa è perfetta letizia perché libera dalla soffocante pretesa del ritorno gratificante che non c’è. Il bambino che compare in scena quasi dal nulla, chiamato dalle faccende domestiche che (in quanto servo) stava svolgendo, è l’emblema dei criteri del Regno: l’attenzione preferenziale per chi non conta, perché Dio fa così. E chi agisce come Dio, chi ne adotta lo stile, abituandosi al bene, diverrà come Lui.

*Parroco di Sant'Antonio Abate

Torrimpietra-Fiumicino