CIVITAVECHCIA – Il 3 marzo 1932 monsignor Luigi Drago fu nominato vescovo di Tarquinia e Civitavecchia. Succedeva a monsignor Emilio Cottafavi “lavoratore formidabile, traduttore tenace nella vita quotidiana della Rerum novarum”. Moriva nell’aprile 1931, non assistendo così agli assalti e alle distruzioni che i fascisti compirono in quei mesi contro le sedi delle associazioni cattoliche civitavecchiesi. Quando gli amici di mons. Drago seppero della sua nomina a vescovo di Tarquinia e Civitavecchia esclamarono “Ma così poco!” La diocesi che andava ad amministrare, in una relazione del 1917 era definita “miseranda” sul piano religioso e morale. Il vescovo Cottafavi aveva seminato bene ma monsignor Drago aveva davanti a sé un grande lavoro di apostolato. A lui don Arturo Bellini ha dedicato nel 2012 il volume biografico “Mons. Luigi Drago: il “Vescovo parroco” in cui è riassunta la sua vita fin dalla nascita avvenuta il 27 aprile 1878 a Cologno al Serio in provincia di Bergamo. Da questo volume estraiamo alcuni ricordi del vescovo. Grande amico del vescovo Drago era monsignor Angelo Roncalli, futuro san papa Giovanni XXIII. Nunzio apostolico a Sofia, Roncalli appena saputa la notizia della nomina scrisse all’amico neovescovo: “Se le due diocesi sono piccole, né i vostri figli sono molto numerosi, ciò conta nulla. Vi troverete un campo di lavoro così importante e così prezioso da rendere ivi il vostro nome benedetto nei secoli”. Il futuro papa donò all’amico la mitria d’oro “quella che vi servirà più spesso, la mitria di fatica”. Monsignor Drago fu ordinato vescovo il 3 aprile 1932 nella cappella del Collegio di Propaganda Fide. Lo consacrò il cardinale Van Rossum. Era presente il podestà di Civitavecchia Ilario Cordelli. A Tarquinia si presentò il 19 giugno, il 25 pomeriggio arrivava in treno a Civitavecchia: “Dopo le presentazioni riceveva dal podestà il primo saluto e l’omaggio della cittadinanza. Si formava quindi un corteo di automobili che accompagnava il Vescovo alla chiesa della Concezione, dove egli indossava gli abiti pontificali … Accompagnato dal clero, dalle associazioni e dalle rappresentanze delle autorità, mons. Drago si avviava verso la Cattedrale, attraverso le vie imbandierate, fra gli applausi continui della gran folla e sotto una pioggia di fiori. Entrato in Cattedrale, dopo lo svolgimento della funzione di rito, il Vescovo rivolgeva al popolo il suo saluto e la sua calda parola, impartendo ai presenti la sua prima benedizione”. Nel settembre 1933 organizzò il secondo Congresso Eucaristico del Lazio superiore: “fu un vero trionfo di partecipazione. Oltre 30.000 persone, 35 vescovi e il legato pontificio card. Serafini. Fu un evento straordinario, fino allora mai visto a Civitavecchia e Tarquinia, che rimase scolpito nel cuore e nella mente di tutti. La grande croce di 11 metri, innalzata sugli scogli, di fronte al largo Caprera, e il grandioso altare, visibile da ogni parte, costruito in viale Garibaldi, sul lato del mare, rimase a lungo nell’immaginario di tutti i fedeli”. Oggi monsignor Luigi Drago è purtroppo dimenticato dalla sua Civitavecchia, su di lui ritorneremo in altre puntate dell’Almanacco. Vogliamo farlo conoscere ai Civitavecchiesi e all’Amministrazione comunale affinché si faccia carico di ricordarlo intitolandogli un luogo nella città che tanto amò fino alla morte avvenuta il 4 novembre 1944 a Tarquinia, stremato dai lutti della guerra. Un luogo vicino a largo papa Giovanni XIII a San Gordiano, riunendo così nella toponomastica cittadina due grandi amici, due uomini di pace e di santità vissuta fra i fedeli loro affidati.