Passeggiando tra le notizie delle diciotto giornate (la diciannovesima, ossia quella odierna, deve ancora passare ai raggi x ) di questo lagnoso e talvolta financo troppo appiccicoso mese di novembre, tre meritano il podio. La prima, regina splendida splendente, il favoloso record degli oltre milioni di crocieristi approdati a Civitavecchia stabilito dall’Autorità Portuale. Eh sì, meravigliosa notizia che giustamente ha permesso allo staff di Molo Vespucci capitanato da Pino Musolino di festeggiare l’evento e di aver fatto raggiungere alla nostra città un livello planetario. Soddisfazione massima e basterebbe che i signori del Pincio si rendessero conto di possedere un tesoro tanto inestimabile quanto bello (ma che non balla per la mancanza di dinamismo ed inventiva di chi evidentemente preferisce solo trastullarsi nelle dorate stanze pinciote) per promuovere iniziative intelligenti e fortemente attrattive, che permetterebbero alle casse comunali e all’intero settore del commercio di sfoggiare larghi sorrisi. La seconda riguarda il Museo del Mare, incastonato nello strepitoso Forte (e già questo capolavoro michelangiolesco incanterebbe migliaia di turisti),che da quattro anni è pronto ad aprire epperò aspetta non che piova la manna dal cielo, bensì semplicemente di ottenere i permessi dalla giunta Tedesco per essere inaugurato. E dire che durante la legislatura grillina s’era trovata l’intesa tra l’ex assessore D’Anto’ e l’allora comandante della Capitaneria Leone, “epperò, iniziato il nuovo corso amministrativo centrodestrorso – si duole Mario Palmieri del Museo - improvvisamente ed incredibilmente tutto si è fermato” ( Trc , 9 novembre). E aggiunge: “ Trovo assurdo che non vi sia un’istituzione permanente al servizio della società. Abbiamo le carte in regola perchè finalmente il Museo possa svolgere un ruolo importantissimo e la conferma sta nel fatto che ci è stato permesso di portare tutto il materiale al Forte” (ibidem) . Scontata a questo punto la domanda: quanto è potente la forza del Museo di calamitare l’interesse generale ? Spiega Palmieri: “Sono numerose le ricostruzioni presenti, dai triremi ai quadri dell’epoca romana costruiti per affrontare le guerre puniche; dalle navi le cui tecnologie sono utili ancora oggi alle macchine imbarcate sui primi piroscafi in età repubblicana, che fecero la differenza nella battaglia con i cartaginesi grazie a sistemi di sicurezza innovativi” (ibidem). E ancora: “Ci sono pure: la nave liburna, il cui relitto è all’interno del porto; armi in grado di sparare con 500 metri di gittata; opere visionate da Pietro e Alberto Angela (e questo già spiega l’enorme importanza del Museo – ndr ) per dimostrare che i romani erano costruttori moderni. Tramite accordi con la Biblioteca Ambrosiana siamo pronti a far venire qui i disegni di Leonardo da Vinci e abbiamo un mare di idee per parlare anche di Medioevo e Rinascimento” (ibidem). Per concludere una stilettata al vetriolo:” Non mettere una ricchezza del genere a disposizione del circuito crocieristico, non dà rilevanza all’altissimo valore storico della nostra città”. Così parlò Palmieri e c’è da chiedersi con amarezza come sia possibile che i nostri amministratori, impegnati a sparare un giorno sì e l’altro pure annunci sfolgoranti che finiscono inesorabilmente nel dimenticatoio, non si rendano conto che disporre di una risorsa così eccezionale( per giunta a costo zero) e non trarne profitto significa non avere una larga visione su ciò che si riveli fruttuoso per lo sviluppo della città.E a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda del Palmieri sono i consiglieri del M5S Lucernoni, Leccis e D’Antò con quest’ultimo rammaricato per la mancata attuazione di un progetto “meticolosamente preparato- afferma - e pertanto con la colossale capacità di arricchire il territorio” (Civonline, 11 novembre). Dai pentastellati inoltre viene rimarcato che “dopo un impegno instancabile e collaborativo con l’ufficio Demanio del Comune e La Capitaneria di Porto eravamo riusciti a gettare le basi per l’apertura di una mostra nel prestigioso Mastio del Forte a cura del Centro Archeologico Studi Navali, che ha organizzato esposizioni prestigiose in tutta Europa. L’intero allestimento è fermo al 2019 ovvero da quando il centrodestra s’è insediato al Pincio” (ibidem). E infine: “Questa situazione ci rattrista profondamente poiché crediamo che il Museo darebbe lustro alla città e creerebbe opportunità per le generazioni future. Malgrado la forte delusione continueremo a lavorare per trovare una soluzione a questa situazione e garantire che il Museo possa aprire le porte per goderne i benefici” (ibidem). Allora ? Inutile avventurarsi in commenti: non riuscirebbero ad esprimere la delusione che si prova per la mancata concretizzazione di una maiuscola iniziativa snobbata da una classe politica evidentemente (e assurdamente) miope. La terza ed ultima notizia ha il sapore dell’incredibilità e invece è così reale da lasciare di sasso. Il suo titolo ? Eccolo: “ Riqualificazione della Ficoncella, progetto dimenticato nel cassetto” (Civonline.it, 6 novembre). Beh, a chi distrattamente non abbia seguito la vicenda del notissimo sito le cui acque sono considerate miracolose, ricordiamo che due anni fa (e ripetesi due anni e non l’altro ieri) in una serata di fine estate venne allestito un evento sfarzoso (bella gente con sindaco in testa, fasci di luce abbaglianti, musica e cotillons) per presentare sul megaschermo un favoloso progetto griffato dall’architetto Enza Evangelista. Da allora, su questa meravigliosa idea dell’assessore di allora Leonardo Roscioni di dotare la città di un impianto irresistibilmente attrattivo, è calato un silenzio tombale. Che dire ? Si tratta di un altro episodio da aggiungere alla lunga lista di proclami strombazzati mediaticamente a tutto spiano. E che fanno giri immensi e poi ritornano. Per dimostrare che non è poi raro che una comunità venga diretta da chi non dirige una mazza. Buon tutto a tutti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA