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Il tema dei rifiuti torna centrale nell’agenda delle problematiche viterbesi a cui prestare massima attenzione. Sia che si parli di appalto ponte in attesa del nuovo piano pluriennale del Comune di Viterbo o dell’ampliamento della discarica di Monterazzano, l’immondizia è un tema cardine su cui la guardia da parte delle istituzioni - e dei cittadini - deve restare alta.
In particolare, sull’innalzamento del quarto invaso per 960mila metri cubi - tradotto significa una cubatura che può ricevere un milione e 100mila tonnellate di rifiuti - contro il quale il Comune di Viterbo intende ricorrere al Tar.
L’ampliamento è stato richiesto da Ecologia Viterbo, gestore del sito Le Fornaci a rischio esaurimento a causa delle migliaia di tonnellate di scarti che Roma e le altre province laziali vi hanno riversato negli ultimi anni.
E mercoledì 13 settembre l’aumento volumetrico della discarica sarà oggetto di discussione in consiglio provinciale e in assemblea dei sindaci.
A ribadire il pensiero di Palazzo Gentili in merito è lo stesso presidente della Provincia, Alessandro Romoli.
«La posizione della Provincia è quella che abbiamo dichiarato anche per Arlena. Noi siamo d’accordo a modificare e ad ampliare questo tipo di impianti ma soltanto per i fabbisogni della provincia di Viterbo. Non è pensabile che possa essere questo un approdo per tutti i rifiuti del Lazio».
Sull’azione intrapresa dal Comune in merito al ricorso avanti al Tar non si pronuncia "perché non ci è stato trasmesso e quindi non conosco bene i termini. Mi riservavo di farmeli mandare prima della seduta consiliare».
E’ invece arrivata a Palazzo Gentili la mozione che la sindaca Frontini, in conferenza stampa, ha dichiarato di aver inviato alla cabina di regia di monitoraggio di cui fanno parte anche i presidenti delle amministrazioni provinciali.
«La mozione è arrivata anche in Provincia - conferma Romoli - ed è stato l’elemento che ci ha consentito di convocare sia il consiglio provinciale che l’assemblea dei sindaci».
Sollecitato su una eventuale adesione al ricorso, il presidente precisa: «Noi abbiamo presentato delle osservazioni già in conferenza dei servizi per quanto è di competenza dell’ente, che sono sempre materie un po' limitate. Una l’abbiamo fatta sui boschi, quindi sulla necessità di prevedere un rimboschimento se si va a toccare un’area. Ma lì - evidenzia - c’è soprattutto una valutazione dell’Arpa, che era più che altro negativa, sul variegato».
«Prematuro dire ora se aderiamo o no al ricorso, non conoscendo nemmeno i termini. E sicuramente poi l’amministrazione di Viterbo l’ha proposto come soggetto con delle peculiarità specifiche che ha il Comune e che sono diverse da quelle della Provincia. Quindi ora dovremo capire su cosa l’hanno fondato ed eventualmente intraprenderemo un’azione pure noi. Ora vediamo di capire anche come si esprimerà il consiglio provinciale».
Ci sarebbero delle azioni concrete che l’ente di via Saffi potrebbe porre in essere «però - ammonisce - cerchiamo sempre di fare delle prese di posizione che abbiano un fondamento giuridico, è inutile andare a fare battaglie contro i mulini a vento. Quindi capiamo bene come stanno le cose e in base a quello - conclude Alessandro Romoli - dimensioniamo l’azione amministrativa o giudiziaria».