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La riforma del sistema asili nido, su cui punta l’amministrazione Frontini per dare un segnale di cambiamento, si sta rivelando un tema altamente divisivo. E non solo a livello politico tra maggioranza e opposizione. Ha portato alla luce anche le diverse posizioni dei rappresentanti delle strutture e dei genitori che hanno espresso pareri totalmente contrastanti tra loro. Tanto che il capogruppo Pd Alvaro Ricci rimarca: «Mi aspettavo un atteggiamento più solidale tra voi».
Il consiglio straordinario aperto, richiesto dalla minoranza fortemente contraria allo smantellamento del collaudato sistema delle convenzioni per passare all'erogazione diretta del contributo alle famiglie, al di là dell’essere stata occasione per ascoltare le voci di tutte le parti interessate non ha fatto modificare di una virgola la volontà dell’assessore ai Servizi sociali Patrizia Notaristefano di perseguire la decisione presa. La seduta che, negli intenti dell’opposizione, doveva servire a chiarire dubbi e avere risposte certe sul numero dei bambini interessati e sulle cifre previste in bilancio, di fatto non ha raggiunto l’obiettivo.
L’assessora ha difeso a spada tratta la bontà della nuova misura replicando agli attacchi dell’opposizione: «Nessun colpo di testa. Abbiamo lavorato valutando e calcolando molto seriamente anche elementi quali i livelli occupazionali delle strutture, ponendoci come obiettivi principali il benessere dei bimbi e la pluralità delle offerte. Abbiamo modificato il servizio per renderlo migliore, dando la possibilità a un maggior numero di bimbi di accedere al servizio. Il bando è assolutamente valido e andrà a coprire le esigenze di almeno 250 famiglie». E rimarca: «Non sta crollando nessun sistema, si sta aprendo a nuove opportunità. E’ una misura studiata per durare ed essere migliorata nel tempo».
Dichiarazioni che non fanno minimamente presa tra i banchi della minoranza. Francesca Sanna del Pd lamenta la mancanza di chiarezza sui numeri e vorrebbe capire come impatta la misura sia dal punto di vista del bilancio che sulle famiglie. «State dimenticando le fasce più deboli» ammonisce.
Alvaro Ricci ha anche altri dubbi. Il capogruppo dem ipotizzando l’eventualità che le famiglie non utilizzino i contributi per pagare le rette si chiede cosa ne sarebbe dei bambini: «sarebbero buttati fuori dai nidi?». Non solo, esprime anche il timore che le strutture possano magari fare cartello e aumentare le rette e invita a ragionare anche sul domani, non soltanto sull’oggi.
Ha poi dato atto «agli allora assessori Rotelli e Sabatini, che le convenzioni sono state la scelta giusta, hanno dato certezza e continuità al servizio e oggi si cambia, senza esserci confrontati con le strutture e con il consiglio comunale». Bocciatura secca anche da parte della consigliera dem Alessandra Troncarelli: «Una riforma deve garantire tutti, invece si rischia di far saltare un sistema che funziona da 20 anni».
Dello stesso tenore anche l’intervento di Antonella Sberna (FdI): «Così distruggete tutto quello che c’era prima senza costruire. Cambiare si può ma va fatto step by step, per tempo non a luglio». Anche Andrea Micci della Lega sottolinea la tempistica. «Che fretta c’era di farlo a luglio? Il cambiamento non spaventa, ma voi fate esperimenti sulle tasche dei cittadini, degli operatori e delle strutture».
Di “pasticciaccio” e di “danno alla città, alle famiglie e agli operatori” parla la capogruppo di Per il Bene Comune Luisa Ciambella, la quale ritiene che il danno si paleserà ancora di più tra un anno. Esorta quindi l’amministrazione e l’assessora Notaristefano a fermarsi e riflettere se non sia «il caso di ritirare in autotutela il bando».
Secca la domanda posta da Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Quante famiglie pensate di accontentare con 90mila euro?».
«Le risorse non sono 90mila euro ma di ben altro tenore» replica la Notaristefano, aggiungendo che comunque «un buon 45% delle convenzioni restano in piedi». Inoltre sottolinea come sui numeri delle domande al momento sia difficile dare cifre certe perché il secondo bando, parzialmente modificato dopo le critiche dell'opposizione, è in itinere, chiuderà il 24 luglio. Scadenza che, stando a quanto annunciato in aula dall’assessora, potrebbe però essere prorogata di qualche giorno.
«Fino a lunedì erano arrivate 87 domande di contributo, 40 già lavorate, oltre alle 49 già convenzionate» evidenzia.
Sulle risorse disponibili è intervenuta la funzionaria del settore spiegando che «la cifra complessiva, fissata nel periodo commissariale, è di 1 milione e 40mila euro per il biennio 2022-2024. Oggi riusciamo a garantire le vecchie iscrizioni e il contributo per nuovi ingressi stimati in 250 famiglie. Con il vecchio sistema si poteva solo mantenere i numeri precedenti ma non ampliare la platea dei beneficiari».
Chi si aspettava di ascoltare l’intervento della sindaca Frontini è rimasto deluso. La prima cittadina si è dovuta assentare durante la seduta per un incontro fissato in Prefettura.