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Confermati i tagli delle dirigenze scolastiche. All’antivigilia di Natale la giunta regionale ha approvato il piano di dimensionamento scolastico che per la Tuscia prevede l’accorpamento dell’istituto comprensivo di Grotte di Castro con l’istituto omnicomprensivo Da Vinci di Acquapendente, con l’esclusione dei plessi scolastici di Bolsena che saranno invece accorpate all’istituto Agosti di Bagnoregio. Tagliata anche la dirigenza dell’istituto comprensivo Carmine di Viterbo con la media Tecchi che verrà aggregata all’istituto comprensivo Canevari, la scuola d’infanzia di via San Pietro annessa al Pietro Vanni e laquella di via Lago Trasimeno e la primaria De Amicis all’istituto Egidi. Le scuole d’infanzia di Tobia e del centro storico e la prima Alceste Grandori andranno con il Fantappiè.
Critica Paola Grilli, segretraria della Flc Cgil. «La delibera della giunta regionale sul dimensionamento scolastico - dice - approvata nel silenzio delle vacanze natalizie, rappresenta l’ennesimo atto di disprezzo verso il dialogo e le richieste delle parti sociali e delle comunità coinvolte». Paola Grilli ricorda che la Flc Cgil «ha da sempre contrastato con coerenza e determinazione il processo di dimensionamento scolastico, sostenendo nelle opportune sedi la propria contrarietà a scelte che impoveriscono le scuole, le comunità e i territori».
«È il momento per chiunque voglia seriamente opporsi a queste politiche inaccettabili - dice la segretaria del sindaco - di unirsi a noi, non solo con roboanti parole, ma con azioni concrete. Non servono lacrime ipocrite versate a posteriori: servono azioni, impegno reale, fatti. Rivolgiamo quindi un appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori, affinché facciano sentire con forza la loro voce al nostro fianco, per ribadire insieme l’assoluta contrarietà a un processo di smantellamento che deve essere fermato».
Critici anche i capigruppo della maggioranza Melania Perazzini di Viterbo 2020 e Ugo Poggi di Io apro rinascimento, che esprimono la loro più ferma contrarietà alla delibera di giunta regionale con la quale è stato deciso il dimensionamento scolastico dell’ostituto comprensivo Carmine. «Tale scelta, oltre a essere in aperto contrasto con le posizioni già espresse dal Comune di Viterbo, dalla Provincia di Viterbo e dall’Osservatorio regionale del Lazio, rappresenta un grave errore politico e amministrativo che rischia di compromettere il futuro educativo del nostro territorio - dicono - Un attacco al sistema scolastico locale. L’istituto comprensivo Carmine è molto più di una semplice scuola. È un punto di riferimento per il quartiere e per l’intera città, un luogo dove si costruiscono inclusione sociale e pari opportunità. La scuola accoglie numerosi studenti con bisogni educativi speciali, offrendo loro strumenti e supporto adeguati per garantire il diritto allo studio e la piena integrazione nella comunità scolastica. Ridimensionare o smantellare questa realtà - dicono Perazzini e Poggi - significherebbe privare la città di un presidio fondamentale per la coesione sociale e l’equità educativa, tradendo il lavoro svolto negli anni da insegnanti, famiglie e istituzioni locali». Secondo i due capigruppo «la decisione della Regione Lazio appare miope e contraddittoria, considerando che l’istituto comprensivo Carmine è destinatario di importanti investimenti provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tali fondi sono stati stanziati per migliorare le infrastrutture scolastiche e potenziare i servizi educativi offerti dal plesso. Decidere dimensionamento in questo momento significa non solo mettere a rischio l’efficacia di tali risorse, ma anche annullare gli sforzi compiuti dalla nostra amministrazione per garantire un futuro di qualità alla scuola e ai suoi studenti».
Per Perazzini e Poggi «l’iniziativa regionale rappresenta un esempio lampante di scelte calate dall’alto, prive di qualsiasi dialogo reale con il territorio e le istituzioni che lo rappresentano. Come amministrazione comunale, ci siamo opposti fin dal principio a questa scelta, sottolineando la centralità dell’Istituto Comprensivo Carmine per la città di Viterbo e ribadendo la necessità di mantenere la scuola nella sua forma attuale».
I due capigruppo sostengono che «quella della Regione Lazio è una decisione gravissima, che colpisce il cuore del nostro sistema scolastico e ignora completamente le necessità del territorio. L’Istituto Comprensivo Carmine non è solo una scuola, ma un simbolo di inclusione e speranza per tante famiglie. Non possiamo permettere che questa delibera distrugga tutto ciò che è stato costruito negli anni».
I capigruppo della maggioranza civica chiedono alla Regione Lazio di revocare immediatamente la delibera e di avviare un confronto costruttivo con il Comune di Viterbo, le famiglie e le scuole coinvolte.