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Piattaforma rifiuti plastici e discarica ad Arlena di Castro: l’assemblea pubblica di Tessennano di venerdì, convocata dal sindaco Ermanno Nicolai con la presenza di cittadini anche di Arlena, Tuscania e Canino, di membri del comitato del no di Arlena e qualche amministratore locale, ha ribadito con motivazioni chiare il secco no al progetto della Med Sea Litter.
Il conto alla rovescia per i cittadini di Arlena di Castro e di quelli limitrofi è cominciato lo scorso 16 maggio quando la direzione ambiente della Regione Lazio, con determinazione n. G06688, si è pronunciata favorevolmente sulla valutazione di impatto ambientale, richiesta dalla Med Sea Litter, sul “Progetto di una piattaforma di valorizzazione, riciclo materie post-consumo, beach litter e marine litter, con annesso stoccaggio definitivo delle frazioni non riciclabili nel Comune di Arlena di Castro località Banditaccia”.
Il “via ufficiale” c’era stato, in realtà, con la determinazione n. 28 del 30/09/2020 del Comune di Arlena di Castro, favorevole alla richiesta pervenuta dalla Med Sea Litter “appena 14 giorni prima con prot. N. 2153 del 16/09/2020 e pubblicata sul Comune di Arlena di Castro in data 12/07/2023 sulla sezione trasparenza”.
Prima annotazione emersa in assemblea: la comunicazione pubblica e obbligatoria, nella sezione trasparenza del sito istituzionale, del sì del Comune di Arlena ad un impianto che avrebbe un’estensione di 39.467 metri quadrati, un volume di 902.212 metri cubi con altezza media dei rifiuti di circa 23 metri, come può essere fatta quasi tre anni dopo l’approvazione delle determina comunale? Quindi il merito dei fatti.
«Dalla seconda conferenza dei servizi sul progetto della Med Sea Litter, datata 24 maggio 2022 – ha detto durante l’assemblea pubblica il sindaco d Tessennano, Ermanno Nicolai – sono stato presente dopo che ho avuto la delega all’ambiente per la Provincia di Viterbo. Premetto che le procedure non passano dall’organo politico ma da quelli amministrativi e tecnici. Guardando le carte ci siamo resi conto che c’era qualcosa di strano nell’ambito dei rifiuti. Ho subito contattato il Cnr, con il quale esiste una convenzione, e ho attivato la definizione del Piano provinciale dei rifiuti in cui non c’è l’impianto per i rifiuti plastici perché non sapevamo nulla. Nel settembre del 2022 ho velocizzato l’approvazione del Piano rifiuti, da trasmettere alla Regione, perché c’erano dei procedimenti in atto che potevano interferire con la gestione del Piano. Ho quindi inviato il Piano anche a tutti i Comuni ed anche Arlena, almeno da ottobre 2022, ne era a conoscenza. Nella terza Conferenza dei servizi del 14 novembre 2022 il Comune di Arlena non ne ha fatto menzione». Sulle risultanze tecniche e giuridiche il Comune di Tuscania ha già presentato ricorso al Tar per annullare il provvedimento per vizi di forma. «Anche noi lo presentiamo in tempi rapidi perché chiediamo al Tar – continua Nicolai – di pronunciarsi sulla determina della Regione, che avalla la Via all’impianto rifiuti ad Arlena, che è datata 16 maggio ma siamo nei tempi per ricorrere».
Quindi ora ci saranno due ricorsi al Tar, di Tuscania e Tessennano. «L’interesse legittimo che proponiamo è il transito immane dei mezzi per il trasporto dei rifiuti che impatteranno sul nostro territorio. La Provincia, essendo parte del procedimento, non può fare ricorso al Tar e non è vero che ha dato l’ok alla discarica ma solo per una tubazione idraulica nel sito che serve per raccogliere le acque di lavorazione e farle riversare nel fosso adiacente. La Provincia aderisce al ricorso di Tuscania».
Insieme a questi motivi rilevanti per fermare la discarica il Comune di Tessennano ed il comitato cittadini di Arlena ne individuano altri due: le distanze ed il parere della Soprintendenza. Nel primo caso il «Piano regionale per la gestione dei rifiuti impone una distanza minima degli impianti, dal perimetro del centro abitato di 1000 metri ed una distanza minima dalle funzioni sensibili di 1500 metri– specifica il comitato di Arlena – mentre il Piano provinciale aumenta la distanza minima a 3000 metri. La Soprintendenza per l’Etruria meridionale, inoltre, ha espresso parere negativo sull’opera perché la localizzazione nelle immediate vicinanze del centro abitato di Arlena di Castro costituisce un forte elemento di criticità (…) e mira ad intaccare un contesto di cornice ad un borgo storico e (…) caratterizzato dalla diffusa presenza di evidenze archeologiche».