In questi giorni i radar del panorama politico viterbese stanno registrando il ritorno sulla scena di Umberto Fusco.

Il senatore, dopo un periodo di silenzio seguito alle Politiche - era candidato alla Camera, non eletto - e la clamorosa uscita dalla Lega il 20 luglio, alla vigilia del congresso provinciale, si sta facendo notare per la partecipazione a eventi politici - di Forza Italia e Fratelli d’Italia - e per le dichiarazioni sui temi locali più caldi rilasciate agli organi di informazione.

Fu grazie alla tenacia di Fusco che 15 anni fa il Carroccio, formazione politica all’epoca circoscritta per lo più nel Nord Italia, approdò nella Tuscia. Passando nel tempo da partito pressoché sconosciuto agli allori degli ultimi anni.

Dopo 3 lustri, l’inaspettato ed eclatante addio alla Lega, di cui è stato padre putativo e numero uno nel Viterbese.

Ora la “ripartenza” politica, ma in quali vesti e con quale formazione?

«Sto lavorando con le persone. Il mio motto - sottolinea Fusco - è sempre stato quello di ascoltare e lavorare tra la gente. Sto avendo un grande successo perché tante persone si vogliono mettere in gioco, vogliono ripartire. E intorno a settembre faremo delle scelte. Sempre nell’ambito del centrodestra».

L’orientamento qual è, creare un suo movimento o entrare in un partito già costituito?

«Il mio movimento è stato quello creato nel 2008-2009, quando ho iniziato quella bella scalata con la Lega. Tante di quelle persone sono affezionate, tanta gente è rimasta con me. E’ logico che con l’uscita dalla Lega molti si sono trovati spaesati e vogliono seguirmi. E io sto lavorando con loro, stiamo facendo riunioni per individuare e discutere sulle problematiche che maggiormente interessano i territori: dalla sanità alla sicurezza, al lavoro. Poi si dovrà prendere una decisione, perché ai grandi appuntamenti elettorali non ci si può presentare con un movimento che uno crea.

Ho una visione: creare un bel gruppo per poi mettersi seduti a un tavolo per parlare con un partito. Esclusa la Lega. Perché fino a quando non cambiano questi vertici regionali non sarò più della Lega».

Quindi un ricompattamento delle fila delle persone che le sono vicine in vista degli appuntamenti elettorali del 2024?

«Sì, e si stanno aggiungendo altre persone. Anche degli amministratori che non pensavo avessero voglia di mettersi in gioco».

Settembre sarà perciò il mese in cui attendersi delle novità?

«Diciamo che settembre è il mese buono. Nel frattempo comunque lavoro, mi troverete sul territorio a parlare con la gente che è il nostro punto di riferimento».

L’ascolto delle istanze dei territori è quindi al momento elemento prioritario per il suo progetto futuro?

«In questa fase si tratta di riunioni di adesione e condivisione al nostro progetto. Io non cambio politica, quello che facevo con la Lega lo faccio adesso. Perché il successo è arrivato con le idee politiche che abbiamo portato avanti e che ci ha consentito di arrivare al 41%. Certo, Salvini è stato determinante però voglio ricordare che alle Europee del 2014, nella Tuscia io ho preso più voti di lui. Lo dico così, tanto per conoscenza. Non voglio lanciare una sfida a nessuno.

Però non condivido questo tipo di politica che fa la Lega, specialmente nel Lazio e nel centro-sud.

Siamo schiacciati, non c’è meritocrazia e nemmeno il rispetto per chi si è messo in gioco, quando il partito era allo 0 virgola, e ha contribuito a ottenere percentuali a doppia cifra molto significative».

E dando appuntamento a settembre, Umberto Fusco chiosa: «Si sta formando un bel gruppo e c'è tanta curiosità intorno al nostro progetto».