Il Giubileo da occasione per promuovere Viterbo a livello turistico diventa terreno di scontro in consiglio comunale. E porta alla luce il vero pensiero dell’assessore competente Silvio Franco in merito alle potenziali ricadute che l'evento giubilare può comportare per la città. Di fatto poco o niente, secondo lui. «A noi interessa un aumento strutturale del turismo che il Giubileo non offre» ha dichiarato Franco in aula tra gli sguardi basiti dei consiglieri di opposizione.

La risposta, più articolata, è arrivata dopo l’interrogazione di Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha chiesto lumi sulla programmazione visto l'imminente avvio dell'evento giubilare e a fronte dei fondi per il Giubileo gestiti dall’assessore.

«Il Giubileo è principalmente un evento religioso e vede un incremento di pellegrini che passano o sostano e in tale ottica Viterbo è quindi solo una tappa. In questo caso possiamo fare solo due cose: da parte della città offrire un aspetto piacevole e gradevole e da parte del Comune dare un’immagine positiva e fornire servizi» ha affermato Franco. «Il bacino più interessante è un secondo tipo di turisti, quelli che vogliono fare un giro intorno. Difficile che questi vogliano venire a Viterbo e comunque un turismo di riporto richiede un’attrattiva maggiore che può essere rappresentata dalle terme. Ed è a questo che stiamo lavorando con gli operatori termali».

Non concorda assolutamente la consigliera Alessandra Croci, delegata alla Via Francigena, la quale oltre a rimarcare che «il Giubileo è un evento epocale che tra 100 giorni vedrà il nostro territorio attraversato da pellegrini» - per i quali è già stato predisposto un lungo elenco di iniziative collegate all’evento giubilare- pone l’accento sul fatto che «se Roma è già sold out, per Viterbo questa è un’occasione importantissima e il trend in aumento dei passaggi di pellegrini ci danno ragione».

Con tono tra l’incredulo e l’ironico la replica di Allegrini a Franco. «Lei ci ha detto che Viterbo, città papale, non è interessata al Giubileo. E che l’ha delegato alla Croci. Ma gli interventi che saranno realizzati ora per l’occasione resteranno anche dopo. E lei ci dice che manca poco tempo e non è stato fatto niente». Poi ha chiosato in tono tranchant: «Franco ha i fondi ma l’assessore al Giubileo è la consigliera Croci».

La sindaca Chiara Frontini è intervenuta cercando di mettere una pezza alle dichiarazioni dell’assessore Franco. «Grazie ai fondi della presidenza del consiglio e grazie al deputato Mauro Rotelli saranno realizzati interventi strutturali che resteranno a migliorare la città. E’ falso che il Comune non stia facendo nulla per il Giubileo, sono previste opere pubbliche dedicate all’accoglienza e ai servizi».

L’amen sulla questione arriva con la battuta lapidaria di Giulio Marini: «Quindi bene la Via Francigena e poco e niente per il Giubileo».

E Francigena è stata uno dei temi dominanti dell’assise dedicata alle interrogazioni . Ma se prima si è parlato di pellegrini e cammino spirituale, la Francigena di cui si è trattato dopo ha assunto contorni molto più terreni. Quelli della società, partecipata al 100% dal Comune, che gestisce una serie di servizi tra cui parcheggi, trasporto pubblico e farmacie comunali. E proprio su quest’ultimo asset si è focalizzata l'interrogazione del leghista Andrea Micci. In particolare sulle cifre e sulle modalità di affidamento dei lavori per l’apertura della terza farmacia al Riello. A iniziare da una serie di affidamenti diretti alla stessa società, la Atipico, che stando a quanto appurato dal consigliere non si occupa di ristrutturazioni ma di progettazioni. Complessivamente, tra affitto, studio di progettazione, costo lavori, arredi e altro, la spesa sostenuta per la terza farmacia sarà decisamente consistente, attorno a 400mila euro. E già questo solleva delle perplessità. Ma quelle maggiori, evidenziate da Micci, riguardano la frammentazione delle somme, evitando così di superare il tetto che non consentirebbe l’affidamento diretto, e il criterio con cui si è arrivati a individuare la Atipico per tale progetto.

L’esponente leghista ha elencato i numeri dei vari affidamenti diretti fatti da Francigena: «50mila euro per lo studio di progettazione, 50mila per il coordinatore delle farmacie fino a ottobre. A parte 70mila euro per l'arredo, 147.500 sono per la ristrutturazione del locale, lavori che Atipico occupandosi di progettazione probabilmente dovrà subappaltare, 4mila euro per la progettazione, 11.500 per l’insegna e la posa in opera, 19mila per lavorazioni extra contratto. Un giochetto con affidamenti diretti che solleva diversi dubbi».

Perplessità che si estendono anche al fatto che partner di Atipico è Apoteke, con cui Francigena intende stipulare una convenzione e che ha visto nel suo organico il coordinatore delle farmacie comunali viterbesi.

A fronte di tutto ciò, Andrea Micci ha chiamato in causa la sindaca Frontini, che detiene la delega alle Partecipate, rimarcando che «il Comune ha l’obbligo del controllo analogo» chiedendo chiarimenti in merito.

«Lei formula scenari abbastanza gravi» ha replicato la prima cittadina. E pur ribadendo che «il rilancio di Francigena è un elemento strategico e che sul piano di rientro ci sono vari livelli di controllo che coinvolgono dirigenti di diversi settori», l’inquilina di Palazzo dei Priori ha affermato che si riserva «di investigare con l’amministratrice unica di Francigena sulla serie di spese segnalate» per poi fornire una risposta puntuale in consiglio.