CIVITAVECCHIA – Un’accelerazione importante, che dimostra la volontà di andare dritti spediti verso l’obiettivo: quello di concludere un’infrastruttura per troppo tempo ferma al palo e per lunghi anni attesa dal territorio.

La strada statale 675 Umbro Laziale, ossia la trasversale Civitavecchia-Orte, strategica in termini di sviluppo e di interconnessione, una volta conclusa consentirà di collegare il nodo di Orte e l’area industriale di Terni con il porto di Civitavecchia (da dicembre 2021 porto core della Rete Transeuropea di Trasporto TEN-T) nonché di quest’ultimo con l’autostrada A1 Milano-Napoli e l’itinerario Orte-Perugia-Ancona porto ed anche dell’Autostrada A12 Roma-Civitavecchia-Genova porto con l’itinerario E45-E55 Orte-Ravenna-Venezia-Mestre porto.

Un contributo importante lo ha dato l’ingegnere Ilaria Coppa, nominata ad aprile 2021 commissario di Governo per il completamento degli ultimi 18 chilometri della superstrada Orte-Civitavecchia, con la stretta collaborazione di Anas.

Un'opera ferma da decenni che ha avuto in poco tempo un'importante accelerazione. Quali sono state le principali difficoltà incontrate nei suoi tre anni come commissario straordinario per la Civitavecchia-Orte e come è riuscita a superarle?

«La principale criticità è legata al fatto che si tratta di un’infrastruttura complessa che attraversa un territorio molto sensibile sotto il punta di vista naturalistico, archeologico e paesaggistico. Quindi, mettendo a sistema le varie ipotesi progettuali che si sono susseguite negli anni e integrandole con ulteriori studi si è riavviata la progettazione e la fase autorizzativa dell’opera. Uno dei primi passi è stato dividere l’opera in due stralci dando priorità alla realizzazione del 1° stralcio che interessa aree meno vincolate e che consentirà l’aggiramento dell’abitato di Monte Romano e della relativa strettoia».

Che tempi hanno i lavori per la realizzazione del primo stralcio per bypassare l'abitato di Monte Romano?

«Anche se non sono così visibili, in realtà i lavori sono già iniziati da qualche mese. La gara è stata espletata lo scorso anno, dopo aver chiuso positivamente la conferenza dei servizi ed aver recepito le prescrizioni avanzate in fase approvativa. Attualmente è in corso la fase di verifica di ottemperanza alle prescrizioni da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ci auspichiamo venga conclusa a stretto giro. Nel frattempo Anas ha provveduto ad avviare tutte le attività propedeutiche alla cantierizzazione dei lavori, quali sondaggi geologici e scavi archeologici, la bonifica dagli ordigni bellici, l’espianto e il reimpianto degli ulivi.

L’obiettivo resta quello di iniziare i lavori subito dopo l’estate, avendo perfezionato nel frattempo le procedure approvative».

È di questi giorni la scelta del tracciato Magenta per il completamento della trasversale. Una decisione a cui si è arrivati non in maniera semplice. Quanto è stato importante l'aver avviato anche il confronto con tutte le realtà coinvolte del territorio?

«L’interlocuzione con il territorio è sempre molto utile anche per ricevere indicazioni volte a migliorare il progetto; rispetto alle precedenti esperienze, lo strumento del dibattito pubblico ha sicuramente agevolato e collocato in un quadro più strutturato il dialogo con il territorio e con tutti gli stakeholder».

Quali sono stati i principali fattori che hanno portato alla scelta del tracciato Magenta rispetto ad altre opzioni e quali saranno le principali sfide tecniche?

«Come accennavo prima la storia del progetto è piuttosto lunga e, nel corso degli anni, si sono susseguite varie ipotesi di tracciato. Le delibere approvative di una delle ultime ipotesi progettuali, il cosiddetto tracciato verde, sono state impugnate e quindi anche la sentenza del Tar Lazio ha costituito elemento importante nella individuazione dell’iter progettuale da intraprendere. L’opportunità di incidere il meno possibile sull’area Natura 2000 unitamente alla ricerca di una soluzione che potesse affiancare e, ove possibile, utilizzare il sedime la SS 1bis nonché la valutazione della possibilità di creare un ulteriore svincolo a servizio dell’abitato di Tarquinia hanno portato a prediligere il tracciato Magenta la cui criticità principale è legata alla forte sensibilità dell’area interessata sotto il punto di vista archeologico. Verranno per questo presto avviate campagne di indagini volte a ridurre il rischio archeologico e a perfezionare la giacitura plano-altimetrica del tracciato per minimizzarne gli impatti sia archeologici che ambientali. Certamente l’auspicio è che il fascio infrastrutturale costituito dal completamento della SS 675 unitamente alla SS 1 bis, che diventerà strada dedicata alla mobilità “lenta” e locale, possano contribuire in maniera sinergica ma sostenibile a rendere ancora più fruibile un territorio di straordinaria bellezza. La strada da seguire è una e ben chiara: l’infrastruttura deve integrarsi con il territorio. Non una scelta calata dall’alto, quindi, ma un’opera in grado di amplificare le potenzialità dell’area su cui va ad insistere. Parliamo quindi anche di una sfida di tipo sociale».

Che bilancio si sente di fare per questi tre anni di lavoro, come commissario di Governo?

«Direi un bilancio positivo, il fatto di aver commissariato l’opera ci ha consentito di poter imprimere un’accelerazione interagendo in modo diretto con il territorio, convocando e chiudendo la conferenza dei servizi velocemente. Questa accelerazione è stata possibile anche grazie agli uffici dell’Anas che, in tempi molto rapidi, hanno contribuito a gestire il progetto e la fase autorizzativa del primo stralcio da Monte Romano Est a Tarquinia nonché a bandire e aggiudicare la gara d’appalto. Concluso il dibattito pubblico, Anas sta provvedendo ad avviare la progettazione del secondo stralcio con le relative le indagini. Insomma, possiamo dirlo: siamo davvero sulla strada giusta, nel vero senso della parola».

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