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Termale o avicolo, priorità all'interesse pubblico o alla richiesta (legittima) di un imprenditore privato?
E' il dilemma su cui si è incartata ieri la terza commissione consiliare in merito a un Pua, piano utilizzazione aziendale.
Un dilemma per cercare di contemperare, se possibile, la pianificazione - atto politico - da parte dell'amministrazione con l'aspetto tecnico della richiesta avanzata dal privato.
La questione riguarda un mega allevamento avicolo, oltre 80mila polli, da realizzare sotto la pensilina di un impianto agrovoltaico già autorizzato. Fin qui nessun problema. Il punto è che l'insediamento avicolo sarebbe in zona Poggino, a un paio di chilometri dalla zona termale dell'Oasi e del Bagnaccio. Su quest'ultimo sarebbe al lavoro il settore guidato dall'assessore Emanuele Aronne per la riapertura.
Diverse le perplessità espresse dai consiglieri in merito all'opportunità di realizzare tale tipologia di struttura - a 2 chilometri dal Bagnaccio, a 1700 metri dall'Oasi, a 20 metri dal Poggino - in un contesto che, in termini di pianificazione, il Comune considera fascia termale.
La zona interessata non è soggetta ad alcun vincolo, è definita paesaggio agricolo. Motivo, tra gli altri, per cui il Bagnaccio è stato chiuso.
Un dilemma spinoso, da valutare con attenzione, sintetizzato nella spiegazione fornita dall'assessore Aronne: «L'interesse pubblico su quel quadrante è predominante, oggi (ieri ndr.) però noi siamo chiamati a votare sulla cubatura della struttura, una deroga al piano regolatore».
Il capogruppo Pd Alvaro Ricci nel suo intervento ha evidenziato che «la politica debba valutare, per questioni di opportunità, in maniera più attenta l'intervento. Anche in prospettiva di uno sviluppo termale di quella zona».
Anche Letizia Chiatti del gruppo misto ha posto l'accento su cosa l'amministrazione intenda fare in quella zona perché «la politica deve pianificare lo sviluppo del territorio».
Entrando sempre più nel vivo della discussione tra valutazione tecnica e ragionamento politico è emersa in maniera netta da parte di tutti i presenti la necessità di approfondire la questione.
Con la consigliera dem Alessandra Troncarelli che ha ammonito: «Possiamo fare approfondimenti però bisogna anche considerare l'interesse legittimo del privato e che su alcuni aspetti di carattere tecnico entrano in gioco pure Provincia e Regione".
E Alessandra Croci, consigliera di maggioranza, ha suggerito di ragionare per cercare di "trovare delle soluzioni salomoniche che consentano di salvare sia lo sviluppo della zona che l'interesse della famiglia che intende realizzare quell'attività".
A fronte dei tanti dubbi rappresentati dai gruppi consiliari, sia di maggioranza che di minoranza, il presidente del consiglio Ciorba ha chiesto di inviare entro il 20 aprile per iscritto le domande che saranno poi girate al settore di competenza.
Marco Nunzi, presidente di commissione, ha quindi proposto di ritirare il punto "per ulteriori approfondimenti».