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GIAMPIERO ROMITI
La febbre del sabato sera (e non solo).
Sale fino a far impazzire il mercurio per l’irresistibile voglia di un sano divertimento ?
Di trascorrere ore spensierate sotto le stelle insieme ad amici, fidanzati/e o in beata solitudine ? Di riempire di gioia quel gioiello incastonato nel centro della città che si chiama Ghetto ?
Magari fosse: un’overdose di libidine manderebbe in mille pezzi il termometro. Succede invece che a far scalare le vette dell’insopportabile sono il terrore e l’esasperazione. Succede insomma di tutto e del peggio del peggio ogni week end.
E i mezzi di informazione non possono fare a meno di sparare, un giorno sì e l’altro pure, titoloni che fanno venire la pelle d’oca.
La settimana che ormai “volge al disio” non ha fatto altro che evidenziare la gravissima situazione che costringe i residenti della zona a vivere momenti di assoluta drammaticità.
E soprattutto di cadere letteralmente in preda alla disperazione ogni volta che, puntualmente ed inevitabilmente, si avvicina l’ora della presa d’assalto dei locali. Esagerazione ?
Manco per idea. E’ la realtà. Incontrovertibile.Al mille per cento. E cronometriche impazzano proteste, articoloni grondanti di rabbia, dichiarazioni al vetriolo degli abitanti condannati a trascorrere nottate in bianco per via di musica ed urla spaccatimpani.
“Movida e inciviltà: è allarme in centro”, ha sparato la Provincia in prima pagina a sei colonne (7 Marzo). Nel cuore del pezzo: “Ancora un sabato ed una domenica di danneggiamenti al Ghetto” (ibidem), eppoi il commento del delegato alla sicurezza, Alessandro D’Amico: “Avanti con la videosorveglianza, ma serve la collaborazione di tutti” (ibidem). Dunque ? Il senso delle parole del giovane consigliere comunale è limpido e suona come un invito “a fare ognuno la propria parte”.
E quell’“ognuno”, a meno di cattiva interpretazione, dovrebbe riferirsi a chi trasforma il Ghetto in una chiassosissima discoteca a ciel aperto e somministra (testuale denuncia di uno dei titolari di una nota pizzeria) financo alcolici ai minorenni con conseguenti disastrosi risultati sul piano comportamentale. Per quanto concerne la videosorveglianza, be’ qui ci sarebbe molto da dire ma basta e avanza rilevare che da troppo tempo ormai se ne parla epperò resta il (gravissimo) fatto che ancora non sia stata attivata.
“Stiamo lavorando per il reperimento di fondi al fine di poter iniziare a breve l’installazione di videocamere di ultima generazione nelle piazze Fratti , Saffi e Leandra, ovvero i luoghi dove sono maggiori i rischi di risse e vandalismo”, questa la sottolineatura di D’Amico.
Il qaule con nettezza (che encomiabilmente fa rima con franchezza) ammette che il deterrente della suddetta videosorveglianza può (e deve) attendere perché le casse del Pincio piangono miseria. La stessa che invece non si è manifestata in tutta la sua drammaticità nel momento in cui sono stati elargiti stipendi principeschi a seguito di salti (di livello) tripli o addirittura quadrupli.
A denunciare una situazione talmente inaccettabile si sono poi aggiunti gli abitanti della popolosa zona che s’affaccia sul mare ossia del Pirgo.
Che è e rimane, a partire dalle ormai prossime nottate tiepide (per poi risultare piacevolmente calde d’estate) e accarezzate dall’ineguagliabile e irresistibile brezza dal sapore salmastro, la meta preferita dei giovani in cerca di sensazioni che purtroppo finiscono quasi sempre per oltrepassare i confini della normalità ed in particolare del rispetto verso coloro cui viene impedito il godimento del meritato riposo.
E il grido d’allarme è già la colonna sonora che riempie le stanze dei “pincioti” responsabili del vivere civile nel pieno rispetto delle regole: “Ogni anno che passa la situazione non migliora, anzi se non si agisce per tempo e non si prevengono episodi tipo quelli che oggi denunciano al Ghetto, sarà difficile sperare in una situazione migliore” (La Provincia, 8 Marzo).
Dunque il timore dell’escalation di incidenti, di rumori in eccesso, di furibonde zuffe, di vandalismi e di spaccio, cresce di ora in ora.
La primavera è ormai alle porte e la notte è pronta ad abbracciare “quelli che la movida” e pure Il Messaggero lancia l’Sos: “Cittadini ed esercenti in rivolta: chiesti severi controlli per evitare che venga suonata musica ad alto volume e gli arredi subiscano devastazioni.
Boom di esposti” (10 Marzo).
Allora ?
Non basta farfugliare un salomonico “speriamo bene”, né costituire , per quanto utile, un Comitato “per promuovere un’azione legale contro il Comune” (Trc giornale, 11 Marzo).
E neppure aggiungere che ci vorrebbe un… D’Amico “per dimenticare il male” che puntualmente viene fatto. Servono interventi robusti ad elevatissimo tasso di efficienza, senza se e senza ma. Buon tutto a tutti.