Una petizione popolare contro l’ampliamento della discarica a servizio di tutto il Lazio.

A lanciarla Chiara Frontini, non in veste di sindaco ma come leader di Viterbo 2020.

A puntualizzare è la stessa prima cittadina davanti all’impianto di Monterazzano insieme ad alcuni consiglieri comunali, anche loro presenti in qualità di esponenti civici.

«Perché un movimento civico non può esimersi dal sensibilizzare i cittadini».

«Come sindaco e amministrazione abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare» afferma ricordando il ricorso al Tar contro il parere positivo della direzione regionale Area rifiuti impugnando un atto prima che venga discusso nella terza conferenza dei servizi.

Parere che si esprimeva a favore dell’ampliamento della discarica per 960mila metri cubi - oltre un milione di tonnellate di rifiuti - con la prescrizione che fosse a uso dell’intera regione.

Basta con la sottomissione di Viterbo, unica provincia autosufficiente, al resto del Lazio che risulta di fatto inadempiente a quanto previsto nella programmazione del piano regionale dei rifiuti.

E’ il chiaro messaggio che si vuole far arrivare a Roma con la raccolta firme. «E se ci sono i tempi anche con un referendum comunale» annuncia Frontini.

«Il Patto civico ribadisce la contrarietà all’ampliamento della discarica a uso regionale e, come riporta anche il testo della petizione, chiede che un ampliamento con una volumetria congrua alle necessità dell’Ato di Viterbo e unicamente dedicato a smaltire i rifiuti prodotti nel territorio».

Volumetria che per essere congrua al reale fabbisogno della Tuscia Viterbese si dovrebbe aggirare attorno ai 150mila metri cubi, secondo la stima della sindaca.

Al momento non c’è ancora la data di convocazione della terza conferenza dei servizi, nel frattempo anche la Sovrintendenza si è espressa contro l’innalzamento dell'invaso e «l’autorità del bacino distrettuale Appennino centrale ha contestato diversi aspetti di carattere ambientale» sottolinea.

E sull’inquinamento ambientale è intervenuta la consigliera Francesca Pietrangeli che vive a Monterazzano.

«Per la precisione a 2 chilometri dall’impianto, ma il rischio che comporta l’ampliamento non interessa solo noi residenti ma tutta la città. Perché l’aria che si respira qui non è più quella di campagna» rimarca.

Mantenere alta l’attenzione sulla questione è l’obiettivo «e una petizione cittadina può servire a fare pressione» chiosa la prima cittadina che comunque continua a dichiararsi fiduciosa perché «il presidente della Regione Rocca ha preso impegni con la Tuscia».

Già stilato il calendario della raccolta firme. Si inizia il 3 novembre a Monterazzano. Sarà poi possibile firmare la petizione il 10 nel centro storico di Viterbo, probabilmente in piazza delle Erbe, il 13 novembre a San Martino al Cimino e il 22 a Grotte Santo Stefano.