PHOTO
Ultime ore di lavoro per i partiti per apportare eventuali ritocchi o aggiustamenti sui nomi dei prossimi consiglieri provinciali.
A mezzogiorno di domani scade infatti il termine per la consegna delle liste, da cui il 17 marzo scaturiranno i 12 componenti, tra maggioranza e opposizione, della rinnovata assemblea di Palazzo Gentili.
Sindaci e consiglieri comunali in lista che alle urne di marzo torneranno a votarsi tra di loro, in una consultazione elettorale che la riforma Delrio ha riservato esclusivamente alla casta tagliando fuori i cittadini.
Saranno poco più di 700 gli amministratori dei 60 Comuni della Tuscia chiamati a esprimersi per un loro omologo, in base alla lista stilata dai partiti di appartenenza.
Tutti alle urne ma non tutti i voti avranno lo stesso peso. Il “valore” delle singole preferenze è determinato dalla grandezza, in termini di popolazione, del Comune di appartenenza.
Distinzione che è palese anche nelle schede, di colore differente, che saranno distribuite ai votanti.
Azzurra quella per i Comuni fino a 3000 abitanti, fascia che se da una parte conta il maggior numero di aventi diritto al voto dall'altra è anche quella però le cui preferenze hanno minor peso.
Scheda arancione per i paesi fino a 5mila abitanti, grigia per quelli con una popolazione fino a 10mila, rossa fino a 30mila abitanti.
Infine la scheda verde, fino a 100mila abitanti, che riguarda soltanto Viterbo. Il Comune capoluogo, in termini di voto, ha quindi un peso maggiore rispetto a tutti gli altri.
E questo consentirà almeno a due - forse tre - rappresentanti dell'amministrazione viterbese di tornare in consiglio provinciale, dopo due anni di assenza.
Tornando all'iter procedurale che precede il voto, una volta depositate le liste gli uffici elettorali procederanno, tra il 28 febbraio e il 2 marzo, a verificare la regolarità della documentazione allegata a ogni proposta di candidatura.
Entro il 9 marzo è prevista la pubblicazione delle liste con tutti i nomi dei candidati.
Una settimana dopo urne aperte, dalle ore 8 alle 20, per gli amministratori della Tuscia che si recheranno ai seggi per rinnovare il solo consiglio provinciale.
Non rientra, infatti, nella partita elettorale che si gioca il 17 marzo la carica di presidente, il cui mandato dura 4 anni contro i due dell’assemblea.