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«Aver creato capotronco le stazioni Fs di Viterbo Porta Romana per la linea Roma Viterbo e per la linea Attigliano Viterbo la stazione di Viterbo Porta Fiorentina è stata una vera sciagura. Tale azione ha interrotto di fatto l’effetto rete che riteniamo debba essere ricreato, se si vuole mobilità sostenibile, per una infinità di motivi. Per questo, ci permettiamo di suggerire, a coloro che lavorano per la redazione del Piano della mobilità della città di Viterbo, di tener presente il piano della mobilità per la Provincia di Viterbo, redatto dalla Università La sapienza architettura e approvato all’unanimità dal consiglio provinciale».
Così Raimondo Chiricozzi, del comitato per la riapertura della Due Mari, interviene rispetto al Pums.
«Occorre, a nostro parere, in attuazione di quel piano, unire nuovamente su ferro tutte le linee ferroviarie Fs ed ex Roma Nord, scioccamente disunite, da una politica dei trasporti che assurdamente ha privilegiato il trasporto privato su strada. Il ripristino della unione di tutte le linee Fs, compresa la parte sospesa della Civitavecchia Orte (Ccfo) e cioè Capranica- Fabrica di Roma-Orte, per la quale si rende necessaria la riapertura, può anche rivitalizzare la linea ex Roma nord e favorirebbe la realizzazione dell’anello ferroviario Circumcimina».
Secondo Chiricozzi, «capita ora, molto spesso, che i turisti provenienti da Orte, dove è bene ricordare fermano anche i treni Alta velocità, raggiungano la città di Viterbo fermandosi almeno una notte. Al mattino se vogliono proseguire per Roma sono costretti a percorrere a piedi il tratto di strada che va dalla stazione di Porta Fiorentina a quella di Porta Romana. Stessa situazione si presenta ai cittadini di tutta la provincia e non solo, per raggiungere l’ospedale Belcolle, per visite ambulatoriali o parentali. Perché allora in estensione delle indicazioni di quel piano della mobilità dei trasporti della provincia non proporre alle Fs la realizzazione sulla linea Fs - FL3 riconsegnata nella sua interezza, la fermata Piazza Crispi e la fermata Ospedale Belcolle?».
Tali azioni, secondo Chiricozzi . «sicuramente potrebbero dare, se effettuate, la possibilità a tutti i cittadini della provincia e ai turisti maggiore mobilità, apprezzando il lavoro svolto per la mobilità sostenibile.
Occorre ricordare, a tutti noi - aggiunge - che la provincia di Viterbo è tra le pochissime province italiane a detenere il record negativo delle più alte immatricolazioni di auto private. Ricercare la mobilità sostenibile dovrebbe essere allora, in primo luogo, togliere dalle strade le auto private e favorire il servizio pubblico, in particolare ferroviario, molto meno impattante sull’ambiente di quello stradale.
Speriamo che i redattori del piano della mobilità per la città di Viterbo - conclude Chiricozzi - che è bene non dimenticare è la città capoluogo di provincia, con tutte le sue implicazioni, si attivino nella ricerca vera della mobilità sostenibile».