PHOTO
Slittare di un anno, a settembre 2025, il taglio della dirigenza scolastica della scuola di Grotte di Castro per avviare dal prossimo mese di gennaio un tavolo per attuare il piano dei tagli, previsto dalla riforma Valditara, attraverso un’ottica orientata più ai territori e meno ai numeri. E’ questa la proposta avanzata dal consigliere Eugenio Stelliferi, da presentare alla Regione, approvata ieri all’unanimità dal consiglio provinciale.
Stelliferi, nel presentare il piano di dimensionamento scolastico, ha riferito che la Regione Lazio «ha chiesto alla Provincia di Viterbo di chiudere tre dirigenze scolastiche: quella di Grotte di Castro a settembre 2024 e altre due a settembre 2025 – ha spiegato Stelliferi - Sicuramente la situazione più urgente è quella dell’istituto comprensivo di Grotte di Castro che al momento conta meno di 540 studenti. Ma allo stesso tempo da Roma ci è stato anche detto che, anziché chiudere la dirigenza delle scuole con minori numero di alunni, possiamo farlo seguendo altre valutazioni in termini di servizi strategici per il territorio».
Un taglio che arriva in un territorio, quello della Tuscia, che più di altri - come è stato sottolineato nel corso del Consiglio - sta pagando per le reggenze. Nel Viterbese se ne contano undici. «La nostra proposta - ha aggiunto Stelliferi - è quella di chiedere alla Regione di mantenere aperta la dirigenza a Grotte di Castro per tutto l’anno scolastico 2024-2025 e di rimandare il dimensionamento con la chiusura delle tre dirigenze scolastiche, come previsto dalla riforma Valditara, direttamente a settembre 2025. A quel punto saremo in grado di indicare quali dirigenze chiudere basandoci non più esclusivamente solo sul numero di studenti ma facendo una valutazione più ampia in termini di servizi per i territori e, in particolare, per i piccoli comuni».
Il presidente Romoli ha sottolineato che «questo territorio ha fatto importanti sacrifici, non ce la sentiamo di farne altri in questa fa. Ci assumiamo l’impegno - ha aggiunto - di valutare la situazione in maniera più generale a settembre 2025 con l’auspicio che nel frattempo cambino le cose a livello centrale. La scuola deve essere pensata come un servizio essenziale per le comunità e non come una mera questione numerica di studenti. Altrimenti presto passeremo dalla chiusura delle dirigenze scolastiche a quella degli stessi istituti». La decisione ora spetta alla Regione.