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«Sono trascorsi oltre due anni dal formidabile successo elettorale del movimento civico
e tuo personale. Un successo che, nei modi in cui è maturato e nella dimensione che ha
assunto, ha sancito un passaggio epocale rispetto all’approccio e alle prassi con cui gestire
un’amministrazione locale». Lo scrive Silvio Franco nella lettera di dimissioni che ha presentato alla sindaca.
«La conferma – prosegue - che la città stesse voltando pagina l’ho vissuta in prima persona nel momento in cui mi hai chiesto di ricoprire delle deleghe strategicamente cruciali quali lo sviluppo economico locale, il turismo, l’agricoltura e la trasformazione ecologica. Ho ritenuto, e continuo a ritenere, questa tua scelta, oltre che politicamente innovativa, coerente con la visione di città che hai proposto ai viterbesi e coraggiosa, in virtù della tua piena conoscenza del mio approccio eterodosso all’economia e della grande attenzione che pongo alle questioni ambientali. Proprio per questa ragione, dopo aver riflettuto approfonditamente, ho accettato con convinzione questo incarico. Posso assicurarti, e credo tu ne sia pienamente consapevole, che in questi due anni ho profuso il massimo impegno e ho speso tutta la mia passione. All’inizio per entrare nelle logiche e nelle prassi della macchina comunale, poi per tradurre in azioni concrete, e quindi in atti amministrativi, gli obiettivi e le strategie indicati nel programma di governo e tradotti nelle linee di mandato.
Non ritengo opportuno in questa sede elencare quali siano stati i progetti e le iniziative che sono riuscito a realizzare, dato che questi due anni hanno rafforzato la consapevolezza che la politica (nel senso di guida della polis) non sia tanto una sommatoria di azioni quanto piuttosto la costruzione di una identità collettiva intorno a valori condivisi. Da questo punto di vista, la mia autovalutazione è pienamente positiva, perché ritengo di avere contribuito, per quanto nelle mie possibilità, a diffondere questo messaggio in tutte le situazioni in cui ne ho avuto occasione e attraverso le azioni che ho promosso, le quali hanno avuto sempre un solido e oggettivo riscontro.
Tuttavia, proprio questo impegno, che è andato molto al di là di quanto avevo previsto, non ha tanto condizionato la mia attività di docente e ricercatore universitario, rispetto alla quale non ho mai mancato di svolgere i miei compiti istituzionali, quanto piuttosto il mio ruolo di riferimento rispetto al gruppo di ricerca che ho il privilegio di guidare. Questa situazione si è ulteriormente accentuata negli ultimi mesi, in considerazione del ruolo che mi è stato affidato di coordinare un progetto nazionale che vede diverse università coinvolte, della accelerazione che ha caratterizzato le attività di comunicazione dei risultati dei miei studi e, non ultimo, la rinnovata consapevolezza delle responsabilità nei confronti del futuro professionale dei giovani ricercatori del mio gruppo. In ragione di queste considerazioni e tenendo conto dell’evidenza che in questi due anni ho di fatto completato la definizione delle linee di indirizzo strategico relativo alle mie deleghe, con esiti in alcuni casi già conseguiti in altri in corso di implementazione, ritengo sia giusto abbandonare questo incarico e rimetterti le deleghe che mi hai affidato.
È un passaggio che ritengo necessario per coerenza con i valori che sono alla base della mia storia personale e del mio percorso professionale.
Spero sinceramente che tu comprenda questa mia decisione e le ragioni che ne sono all’origine. Ragioni che non hanno nulla a che vedere con questioni “politiche”, né tantomeno con una insoddisfazione rispetto ai risultati che ho ottenuto.
Rispetto al primo punto, la piena sintonia con te, con i colleghi della giunta e con la maggioranza fin dall’insediamento dell’amministrazione è prova evidente di un’unità di obiettivi e strategie che fuga qualsiasi dubbio in proposito. Così come continuo a credere nella visione civica di governo della città che proponi, nel progetto che ne è nato e che ho contribuito a portare avanti e nella tua capacità di guidare Viterbo verso quell’idea di città possibile che condividiamo.
Quanto al secondo punto, sono certo di avere lavorato in modo positivo per il bene della città e i dati oggettivi e misurabili, al di là delle percezioni individuali, delle posizioni pretestuose e delle distorsioni mediatiche, ne sono la prova evidente.
Ed è proprio perché le ragioni della mia decisione sono personali e professionali e non pubbliche e politiche ti prego di non chiedermi ulteriori riflessioni o ripensamenti.
Desidero chiudere questa mia lettera di dimissioni con alcuni ringraziamenti. Ai miei colleghi della giunta, con cui ho condiviso questa esperienza e da cui ho
appreso molto dal punto di vista tecnico e umano. Ho fatto parte di una squadra di persone che vive la politica come servizio e non come mestiere e per la quale l’entusiasmo viene prima del calcolo. E questo mi rende orgoglioso.
Ai consiglieri della maggioranza, non soltanto quelli con i quali ho collaborato più da vicino e che hanno svolto un ruolo fondamentale nel fare in modo che le azioni promosse nell’ambito delle mie deleghe siano state realizzate e abbiano avuto dei riscontri straordinari. Un grazie va anche ai Consiglieri che in questo periodo mi hanno chiesto suggerimenti, si sono confrontati con me sulle loro idee e mi hanno manifestato la loro stima come amministratore e soprattutto come persona.
Al personale dei settori con il quale ho avuto il piacere e la fortuna di collaborare. Non soltanto per la loro professionalità e disponibilità ma anche perché insieme siamo riusciti a creare un ambiente di lavoro sereno e produttivo.
Il ringraziamento più grande va a te, sindaca, per la fiducia e la stima che mi hai concesso nell’affidarmi questo incarico e che mi hai rinnovato costantemente in questi due anni non ponendo mai vincoli e limiti alle mie scelte amministrative. Ho lavorato con entusiasmo al tuo fianco e hai fin d’ora la mia disponibilità come studioso e docente a collaborare con l’amministrazione che guidi nelle forme che riterrai più opportune e utili per la città.
Un grazie, sindaca, anche per quanto stai facendo per rendere Viterbo una città più
moderna, più vivibile e più aperta”.