Rebus soprintendenza a Viterbo. La mancata citazione della sede della città dei Papi tra le soprintendenze inserite nel recente decreto a firma dell’ex ministro Sangiuliano, ha sollevato clamore e preoccupazione. Nonostante la rassicurazione del deputato Mauro Rotelli che, lunedì, aveva affermato «la Soprintendenza di Viterbo e dell’Etruria meridionale non è stata cancellata. Gli uffici sono alla Rocca Albornoz anche se l’ideale sarebbe portarli a Palazzo Farnese, nel complesso dell’ex ospedale vecchio», ieri la questione è approdata in consiglio comunale. Oltre a chiedere delucidazioni in merito il Pd, tramite il capogruppo Alvaro Ricci, ha presentato e illustrato un ordine del giorno con cui impegna la sindaca e la giunta ad attivarsi presso le sedi istituzionali deputate affinché Viterbo sia sede della soprintendenza «anche al fine di riequilibrare l’assetto organizzativo degli uffici del ministero a favore delle province». Come previsto nei decreti del 2019 e 2020 firmati dall’allora ministro Dario Franceschini in riferimento alla nascita della soprintendenza di Viterbo e dell’Etruria meridionale. Sull’intervento di Ricci si innesta quello di Luisa Ciambella, capogruppo di Per il Bene comune e responsabile territoriale della lista civica Rocca, che ha tracciato il percorso che ha portato alla nascita della soprintendenza «che non esisteva prima di gennaio 2020». Un percorso «iniziato nel 2016 con la creazione del distretto dell’Etruria meridionale, grazie al supporto di Fioroni, con il ministro Franceschini al quale chiedemmo l’istituzione della soprintendenza di Viterbo e dell’Etruria meridionale» ha ricordato per poi dichiarare: «Nessuno ha tolto nulla perché il decreto Sangiuliano lascia tutto invariato». Il punto focale, secondo la consigliera, “è perché gli uffici dell’istituzione che si occupa di beni culturali non siano ancora stati trasferiti a Viterbo». Il motivo del ritardo prende forma nelle parole della Ciambella, la quale rimarca che «nel 2021 Zingaretti, insieme con Panunzi, fece un sopralluogo all’ex ospedale vecchio ancora alla ricerca degli uffici e promise 20 milioni per il piano di recupero del complesso e per la creazione della sede. Tra i possibili luoghi si presero in considerazione Villa Lante, la Zaffera e la Rocca Albornoz, su cui poi con una decisione collegiale cadde la scelta. Da allora però dal ministero non arrivò più alcuna comunicazione». Una analoga ricognizione all’ex nosocomio è stata effettuata di recente anche dall’attuale governatore del Lazio Rocca con stanziamento di 40 milioni. E la consigliera ha concluso: «Tranquillizziamo tutti, la soprintendenza esiste, i fondi ci sono, mancano solo gli uffici». Stesso tenore nell’intervento di Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia. «Il decreto Sangiuliano non ha cambiato nulla, la soprintendenza c’è. - ha ribadito - Il nodo resta quando avverrà fisicamente il trasferimento». Portare la sede a Viterbo richiede spazi importanti per ospitare «l’archivio e una grande mole di documentazione. L’ideale sarebbe palazzo Farnese (ex palazzetto Asl) presso il complesso dell’ex ospedale Grande degli infermi che però necessitano di interventi di messa in sicurezza per i quali sono stati stanziati, rispettivamente, 7 e 13 milioni più i 40 della Regione».

I lavori del parlamentino di Palazzo dei Priori si sono poi focalizzati sui punti previsti nell’ordine del giorno. Approvato il bilancio consolidato 2023 chiuso in positivo con 252mila euro, grazie ai consuntivi positivi di Francigena e Talete e nonostante quello del Comune che invece registra 1,8 milioni di perdita. Una negatività che l’assessore al Bilancio Elena Angiani derubrica a «campanello d’allarme» non ritenendolo «elemento di gravità». Affermazione che non convince l’opposizione da cui arriva un no corale. Via libera invece alla variante per la realizzazione dello svincolo del semianello che collegherà i quartieri di Santa Barbara e Santa Lucia. Una infrastruttura che vedrà la luce, come hanno sottolineato dalla minoranza, grazie ai «mattoni messi anche dalle precedenti amministrazioni, a iniziare da quella guidata da Marini poi Michelini e infine Arena, che però non disponevano di risorse adeguate».

Ora con la revisione del progetto in «maniera più conforme alle attuali esigenze» ha dichiarato il dem Ricci e con i 4 milioni di fondi del Giubileo «trovati da Rotelli» come rimarcato dalla meloniana Allegrini potrà essere realizzata. Rivendicando anche il lavoro svolto dall’attuale amministrazione, l’assessore alla Qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne ha tenuto a sottolineare che l’approvazione di ieri riguarda la variante che dovrà poi passare al vaglio della Provincia e quindi tornare in consiglio comunale per la ratifica definitiva e l’avvio delle procedure di gara.

Con l’aggiudicazione e inizio cantiere entro i primi mesi del 2025. Nel frattempo, si procederà «possibilmente con accordo bonario» agli espropri dei terreni su cui insisterà l’opera. Infine l’assemblea consiliare ha votato all’unanimità la proposta del Pd per l’apposizione di una targa commemorativa a Luigi Petroselli presso la casa in cui nacque e visse a Pianoscarano.