Il Comune di Viterbo si prepara a varare un nuovo piano urbanistico commerciale. Un piano che dovrà tenere conto delle linee di indirizzo contenute nella relazione del dirigente del settore Sviluppo economico-attività produttive, approvata dalla giunta Frontini.
La sua stesura è dettata dalla necessità di adeguarsi al “mutato quadro normativo di riferimento”. Nella relazione indica quali attività possono o non posso insistere nel centro storico, dà indicazioni per le frazioni e per la zona del quadrante nord della città ad alta densità commerciale. Specifiche indicazioni, come detto, vengono date per il centro storico dove vengono “bandite” alcune attività e incentivate altre.
“In particolare, si legge - si dovrà incentivare la riattivazione delle superfici con destinazione commerciale legittimamente esistenti e attualmente dismesse eventualmente anche attraverso la creazione di autorimesse private, anche interrate; incentivare le nuove aperture di esercizi commerciali, di somministrazione, attività artigianali (con particolare riferimento alle attività artigianali nel settore alimentare) e strutture alberghiere, prevedendo opportuni interventi infrastrutturali atti a garantire, attraverso la mobilità pedonale, la piena fruizione dell’intero centro storico e delle strutture di vendita presenti”
Tra le attività da limitare o escludere perchè “tipologie di attività qualitativamente non rapportabili ai caratteri storici, architettonici ed urbanistici del centro storico” ci sono compro oro, money transfer, “centri scommesse” e esercizi possessori o detentori a qualsiasi titolo di apparecchi da gioco e terminali. Per preservare il decoro del centro storico, “si ritiene opportuno impedire - si legge ancora - la presenza delle seguenti tipologie di attività: vendita al dettaglio (c.d. “negozi automatizzati”) e/o di somministrazione effettuata mediante distributori automatici in apposito locale ad essa adibito in modo esclusivo; vendita al dettaglio e/o di somministrazione tramite distributori automatici di generi alimentari di cui alla vigente legge regionale esercitata congiuntamente ad altra attività principale non alimentare, nel caso in cui quest’ultima sia svolta esclusivamente in maniera automatizzata e senza l’ausilio di personale addetto; attività di vendita al dettaglio e/o di somministrazione tramite distributori automatici di prodotti a base di cannabis. Per salvaguardare la qualità dell’offerta commerciale e contrastare il degrado del centro, “gli esercizi commerciali alimentari che pongono in vendita bevande alcoliche di qualsiasi gradazione, dovranno essere organizzati funzionalmente in modo che siano posti in vendita prodotti appartenenti ad almeno 5 differenti tipologie merceologiche a scelta fra: prodotti da forno, frutta fresca, verdura fresca, gastronomia, latte e derivati, pasta, carne, pesce”.
Centro storico off-limits a “carrozzerie e auto-officine per la riparazione di auto e motocicli, elettrauto, tappezzerie auto, installazione autoradio, riparazione gomme, autolavaggi, autorimesse e depositi di materiale di ricambio, laboratori di riparazione e montaggio di macchine industriali e di motori e componenti elettromeccanici ed industriali, carpenterie metalliche, fabbri, falegnamerie e similari salvo siano inquadrabili come piccole attività di artigianato”.
In riferimento alle frazioni e altre aree scarsamente servite, “dovrà essere favorito il mantenimento di una presenza diffusa e qualificata del servizio di prossimità in modo che sia facilitato l’approvvigionamento per tutte le fasce della popolazione, anche attraverso la presenza di esercizi commerciali riconducibili a differenti tipologie di strutture distributive”.
Nella relazione, tra l’altro, si fa riferimento alla necessità che “l’autorizzazione all’apertura di nuove attività venga valutata anche in relazione all’impatto previsto sul traffico e alla sicurezza della viabilità, in particolare rispetto alla mobilità ciclopedonale”. E si specifica che “è opportuno che il rilascio di nuove licenze per medie strutture nel quadrante nord della città, compreso tra via Garbini – Cassia Nord – Area S. Lazzaro – Parco Commerciale Città dei Papi (...) venga subordinato all’esito di una approfondita analisi riguardo al potenziale impatto sulla viabilità che tenga conto delle risultanza del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, attualmente in corso di redazione”.
Pertanto in tali aree “è necessario che la richiesta per il rilascio di nuove autorizzazioni, trasferimenti di sede, concentrazioni, ampliamenti, aggiunta di settore merceologico per superfici superiori a 400 mq., sia accompagnata da una relazione (studio d’impatto) particolareggiata attestante un’idonea organizzazione dell’accessibilità del traffico commerciale e operativo alla struttura rispetto al sistema viario e alle risultanze del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, nonché una puntuale valutazione delle condizioni di accesso e di uscita rispetto agli sbocchi sugli specifici archi stradali, con particolare riferimento alla viabilità principale”.
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