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TARQUINIA - Anche Tarquinia il 25 novembre sarà protagonista nel contrasto alla violenza sulle donne. La città fa infatti parte dell’Aicc, l'Associazione italiana città della ceramica, che ha organizzato, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, l’iniziativa “Scarpette rosse in ceramica”, una manifestazione che coniuga la promozione culturale della ceramica artistica e artigianale alla sensibilizzazione sociale. Nel 2023 in Italia sono stati compiuti 120 femminicidi e le “Scarpette rosse”, create nel 2009 sotto forma di installazione, dall’artista messicana Elina Chauvet, per denunciare il femminicidio, sono diventate il simbolo della battaglia contro la violenza di genere. È importante oggi più che mai mantenere alta l’attenzione su questo tema, affinché le vittime abbiano il coraggio di denunciare. E Tarquinia non si tira indietro: in piazza Cavour verrà allestita una esposizione con scarpette rosse, targhe e altre opere in ceramica: questo spazio, dedicato alla sensibilizzazione e alla riflessione, offrirà un punto di ritrovo per i cittadini e i visitatori, creando un’atmosfera di forte impatto visivo e comunicativo. Una iniziativa che raccolgie il plauso dell’associazione “Se ami Tarquinia” che oltre ad invitare tutti a vedere l’esposizione, ne approfitta per riflettere su questo tema: «La prima violenza è quella fisica, il femminicidio, le percosse, la violenza corporale e sessuale. E favorire una cultura che promuova la denuncia è fondamentale». «Se una donna mette una gonna corta non se la cerca. Se una donna è sorridente e alla mano, non autorizza un uomo ad allungare le mani. Se un uomo tocca una coscia ad una donna senza consenso, non fa un gesto maschile, ma uno schifo da condannare. Se una donna dà della puttana ad un'altra donna, relegandola al patibolo di chiacchiere e critiche, solo per averla vista con un abito scollato o perchè scherzava con un suo amico, sta favorendo un sistema fertile per la violenza di genere. Le donne devono avere la sacrosanta libertà di essere sè stesse, di potersi vestire come vogliono e di agire come credono, ovviamente nelle more delle regole civili. E chi non lo capisce è....» da condannare.
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