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«Aumenta la spesa, per effetto dell’inflazione, ma calano i consumi i in termini di quantità. Nel caso dei prodotti ortofrutticoli, da gennaio a marzo, gli acquisti al dettaglio sono calati di circa il 10% sul primo trimestre del 2022».
A lanciare il grido d’allarme è Confagricoltura di Viterbo che ricorda come l’Istat parli di aumenti «senza precedenti». A tal proposito l’associazione di categoria richiama i dati. «I costi di produzione sostenuti dagli agricoltori, in particolare - dice Confagricoltura - sono saliti nel giro di un anno del 25,3 per cento. Anche i prezzi dei prodotti agricoli sono saliti, ma con una percentuale sensibilmente inferiore, pari al 17,7 per cento sul 2021».
Oltre ai consumi, calano anche le esportazioni.
« Per i vini, ad esempio, dopo gli eccellenti miglioramenti ottenuti negli ultimi anni - dice Confagricoltura - le vendite all’estero in quantità sono rimaste praticamente invariate nei primi tre mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. Sul mercato del Regno Unito la flessione è stata di oltre il 13 per cento. Per contrastare l’inflazione alimentare, alcuni Stati membri della Ue hanno assunto specifiche decisioni. In Spagna, è stata ridotta l’Iva sui prodotti di maggiore consumo. In Francia, il governo ha promosso un’iniziativa della grande distribuzione che, su base volontaria, ha limitato o bloccato la crescita dei prezzi del carrello della spesa. L’iniziativa proseguirà fino all’autunno».
L’associazione di categoria sostiene che: «La situazione dovrebbe essere oggetto di una comune riflessione da parte di tutti i protagonisti dell’agroalimentare italiano, per provare a raggiungere un’intesa su come affrontare i prossimi mesi che saranno ancora caratterizzati da un quadro di riferimento incerto. Frenare la caduta dei consumi - sostiene Confagricoltura - è nell’interesse dell’intera filiera nell’ottica della salvaguardia dei livelli produttivi e dell’occupazione».