Omicidio colposo è l’ipotesi per cui la Procura ha aperto un fascicolo sulla morte di Vincenzo Aiello, il paracadutista che martedì ha perso la vita nelle acque del lago di Bolsena durante un’esercitazione.

Il fascicolo al momento è a carico di ignoti. Si tratta di un atto dovuto per consentire tutti gli accertamenti in merito al tragico evento e ricostruirne la dinamica. Diversi sono gli elementi da chiarire: c’è da stabilire, infatti, se il paracadutista della Folgore sia morto a causa di un malore improvviso o se qualcosa sia andato storto durante una delle fasi dell’addestramento. In questo senso saranno importanti gli esiti dell’autopsia che sarà eseguita sulla salma nei prossimi giorni. I carabinieri del nucleo investigativo, che conducono le indagini, hanno già raccolto le testimonianze delle persone presenti. Non è escluso che nelle prossime ore possano essere effettuati degli accertamenti tecnici anche sull’attrezzatura utilizzata per l’esercitazione, incluso l’elicottero impegnato nell’addestramento. Il mezzo sarebbe stato posto sotto sequestro.

Aiello, era un sergente maggiore aiutante acquisitore del 185º reggimento paracadutisti ricognizione e acquisizione obiettivi Folgore, uno dei nuclei speciali dell’Esercito. Martedì insieme ai commilitoni stava partecipando a un'esercitazione congiunta con il terzo Reggimento elicotteri per operazioni speciali "Aldebaran" (Reos), un’unità d’élite dell'Aviazione dell'Esercito di Viterbo. Durante la simulazione, i militari erano stati lanciati da un elicottero a bassa quota sul lago, con l'obiettivo di raggiungere un'imbarcazione di recupero ma Vincenzo Aiello non è più riemerso.

Il corpo senza vita del sottufficiale è stato trovato, dopo ore di ricerche, all’alba di mercoledì mattina a 24 metri di profondità nell’area di addestramento nel territorio comunale di Capodimonte.

Le indagini serviranno a chiarire anche il momento esatto della tragedia: se sia avvenuto nel momento dell’immersione o se nella fase di recupero.