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Non ce l’ha fatta Antonio Buratti, il 70enne che la mattina del 3 settembre ha avuto un incidente in bicicletta nella frazione di Tre croci a Vetralla. Dopo 8 giorni d’agonia in ospedale è morto e la procura, il pm è Luigi Fede, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
L’uomo, di Capranica, era molto benvoluto e conosciuto anche per la sua attività commerciale: gestiva l’omonimo supermercato di famiglia per la catena Carrefour.
La mattina di domenica 3 settembre Buratti, grande appassionato di ciclismo, stava effettuando un’uscita con la sua bicicletta assieme ad altre tre persone, tra cui il fratello, e si trovava in aperta campagna nei pressi di Tre Croci, quando si è imbattuto in un ramo sporgente che si è infilato nella corona del cambio, facendolo cadere rovinosamente a terra. Subito si è percepita la gravità della situazione: Buratti, pur essendo rimasto inizialmente cosciente, non riusciva più a muovere le gambe. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che, dopo averlo stabilizzato, intubato (respirava con difficoltà) e sistemato in barella, ne hanno disposto il trasferimento in eliambulanza all’ospedale di Belcolle. I compagni che si trovavano con lui, più tardi, sono anche stati sentiti dai carabinieri di Capranica sulla dinamica dell’incidente.
I medici, dopo gli accertamenti di rito, Tac e risonanza magnetica, hanno riscontrato al paziente una grave lesione a una vertebra, che gli comprimeva il diaframma impedendogli di respirare autonomamente, e un edema polmonare, ricoverandolo in terapia intensiva, sempre intubato e sedato. L’indomani Buratti è stato condotto ad effettuare una risonanza magnetica più approfondita su tutta la colonna vertebrale ma, a quanto riferito ai familiari, subito accorsi al suo capezzale, il respiratore sarebbe stato avvicinato troppo al macchinario dell’esame e si sarebbe rotto; non potendo monitorare la respirazione, la risonanza è stata sospesa, e non essendo possibile sistemare il guasto, il commerciante lunedì 4 settembre alle 19.30 è stato elitrasportato al Gemelli di Roma e ricoverato in Rianimazione.
Inizialmente le sue condizioni erano stabili e, anzi, i medici hanno informato la famiglia che mercoledì Buratti sarebbe stato sottoposto ad un intervento chirurgico per applicargli due placche alla vertebra lesa. Ma anche questa operazione all’ultimo è stata sospesa perché al paziente la notte precedente era salita la febbre: gli sono state riscontrate una polmonite e, soprattutto, una grave infezione con la presenza di quattro batteri, con conseguente inizio di una massiccia terapia antibiotica. Ma i farmaci aggressivi che gli sono stati somministrati - ne sono stati provati diversi -, avrebbero avuto ricadute pesanti su diversi organi quali reni e polmoni, che sono andati presto in sofferenza, fino al tragico epilogo: lunedì 11 settembre alle 21,30 Antonio Buratti è spirato. L’uomo lascia moglie e tre figli.
E’ stata la stessa procura di Roma, informata dai carabinieri dell’incidente e poi del decesso del settantenne, ad aprire un fascicolo. Il sostituto procuratore ha anche disposto l’autopsia sulla salma per chiarire le esatte cause della morte, esame che è stato effettuato venerdì scorso dal medico legale Fabio De Giorgio, il consulente tecnico incaricato dalla procura.
I congiunti della vittima fare piena luce sui fatti ed eventuali responsabilità, attraverso il consulente Matteo Cesarini si sono affidati a Studio3A-Valore spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato Alessandro Giuseppe Maruccio del foro di Civitavecchia.
Nel primo pomeriggio di oggi l’autorità giudiziaria ha rilasciato il nulla osta alla sepoltura e domani alle 16 nella chiesa di San Giovanni di Capranica si svolgeranno i funerali.