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Per la vicenda della vendita di cani incrociati con i lupi arrivano due condanne. Ieri il tribunale di Viterbo ha inflitto 4 mesi di reclusione e 18mila euro di multa a un allevatore 42enne di Valentano, e 4 mesi di reclusione e 6mila 660 euro di multa a un 38enne di Crotone, residente a Rho, proprietario della presunta fattrice. I due erano finiti sotto processo nell’ambito dell’operazione denominata “Cappuccetto rosso” del 2021, condotta dai carabinieri del Cites di Roma e del distaccamento di Civitavecchia e sfociata nel sequestro di 23 lupi e di cani lupo cecoslovacchi. Esemplari che l’allevatore avrebbe acquistato dal 38enne, proprietario la presunta fattrice, poi morta durante il sequestro. L’allevatore era accusato di aver importato dall’Unione europea e detenuto nella propria abitazione 18 esemplari vivi di lupo selvatico senza la prescritta documentazione in quanto specie considerata pericolosa per la pubblica incolumità e di aver detenuto gli esemplari in condizioni incompatibili con la loro natura; l’altro di aver “importato nell’Unione europea e detenuto presso la propria abitazione l’esemplare di lupo selvatico di nome Rajia senza la prescritta documentazione in quanto specie considerata pericolosa per la salute e la pubblicità incolumità”.
Entrambi gli imputati sono stati giudicati con rito abbreviato che ha consentito lo sconto di un terzo della pena. Entrambi sono stati condannati anche a risarcire i danni all’Enpa rispettivamente per 10mila e 5mila euro, oltre al pagamento delle spese legali. «E’ una condanna molto importante – ha commentato Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – noi da tempo chiediamo il divieto in Italia di ogni forma di allevamento e commercializzazione del lupo cecoslovacco: sono troppi gli allevamenti che, per mantenere “la purezza della razza”, fanno accoppiare i cani lupo cecoslovacchi con lupi selvatici, specie, ricordiamo, particolarmente protetta e già in pericolo a causa del bracconaggio. Questo ha creato sia un ingente traffico illecito di lupi selvatici catturati in natura, sia la problematica di esemplari vaganti che poi si rivelano confidenti e creano allarmi e situazioni pericolose tra la popolazione. C’è stato infatti un dilagare negli ultimi anni di casi di avvistamenti di lupi in luoghi frequentati da persone, come spiagge o città che poi si sono rivelati cani lupi cecoslovacchi vaganti. Ringraziamo il grande lavoro delle Forze dell’Ordine – ha concluso Carla Rocchi – che ha portato a questa importante condanna. I lupi sono già una specie a rischio nel nostro Paese e i casi di bracconaggio sono aumentati esponenzialmente nell’ultimo anno e operazioni come la Cappuccetto rosso dei carabinieri cites sono fondamentali per fermare un fenomeno illegale ormai diffuso»