CIVITAVECCHIA – Non accenna a placarsi la protesta delle famiglie contro i salassi legati al servizio mensa.

Questa mattina circa un centinaio di genitori si sono radunati nel parcheggio del Tribunale per dare vita a una manifestazione contro i rincari del servizio mensa scolastica. Il corteo è partito alle 10 diretto a piazzale Guglielmotti, sede del Comune, dove una delegazione di mamme è stata fatta entrare a Palazzo del Pincio per incontrare il sindaco Marco Piendibene per discutere dell’aumento delle tariffe e delle condizioni economiche che stanno mettendo in difficoltà molte famiglie.

DA COSA NASCE LA PROTESTA

La protesta nasce a seguito dei cambiamenti arrivati con la gara d’appalto e il successivo capitolato. Si parla infatti di una riduzione del numero di fasce ISEE per la contribuzione al servizio mensa scolastica, passate da 8 a 5. Questa variazione ha portato a un notevole incremento dei costi per molte famiglie, con aumenti fino al 300%. A questo si aggiunge la cancellazione degli sconti per il secondo e terzo figlio, aggravando ulteriormente la situazione per i nuclei familiari più numerosi. Alcuni genitori, presenti alla riunione con il Sindaco all’Aula Pucci dei giorni scorsi, hanno raccontato di essere passati da una spesa di 5,30 euro per pasto a 6,60, e chi addirittura da 7 euro a ben 13,50 euro.

I COMMENTI

Giada Bartolini, una delle mamme portavoce del gruppo, ha sottolineato il forte disagio vissuto dai genitori. «Pensavamo di essere più numerosi, ma comunque il nostro messaggio è chiaro: non possiamo sostenere questi aumenti. Chiediamo il reinserimento delle vecchie fasce ISEE e degli sconti per i figli successivi al primo». Durante la manifestazione, è emerso anche un altro elemento di tensione: una recente circolare inviata dalle scuole che vieta, almeno nella prima fase, il consumo di pasti domestici nei locali scolastici. A quanto pare il Sindaco ha mandato una mail ai dirigenti scolastici per chiedere che il regolamento venga rivisto, che non si dividano i bambini e che sia permesso il consumo di pasti domestici di ogni tipo e non i “panini” di cui si era inizialmente parlato.

Arrivati a piazzale Guglielmotti, la delegazione di genitori si è avvicinata all’ingresso di Palazzo del Pincio ma è stata fermata dalle forze dell’ordine. La polizia si è schierata davanti all’ingresso del Comune, bloccando l’accesso e invitando i manifestanti a retrocedere.

Una piccola delegazione di mamme è stata ricevuta all'interno del municipio per parlare con il primo cittadino e alcuni rappresentanti dell’amministrazione. Nel frattempo, i genitori rimasti all'esterno hanno continuato a manifestare, chiedendo a gran voce di essere ascoltati.

I POSSIBILI SCENARI FUTURI

Il vicesindaco Stefania Tinti aveva già chiarito durante l’incontro avvenuto nei giorni scorsi alla Pucci che l’attuale amministrazione non ha avuto margine di intervento sulla gara d’appalto, firmata prima del loro insediamento, ma ha promesso sostegno alle famiglie qualora decidessero di portare avanti una protesta per spingere l'azienda appaltatrice a rinegoziare i termini del contratto. I genitori hanno quindi deciso di proseguire con lo “sciopero della mensa”.

Da domani, la maggior parte delle famiglie ha dichiarato che rinuncerà ai pasti del servizio mensa, facendo consumare un pasto portato da casa ai bambini o facendoli uscire per mangiare a casa, organizzandosi con turni, nonni e parenti e con tutti i disagi del caso.

La situazione resta tesa ma le famiglie sono determinate a non cedere finché non verranno prese misure concrete. La speranza dei genitori è che la loro azione collettiva possa spingere Comune e Vivenda a trovare una soluzione definitiva che garantisca tariffe sostenibili per tutti e il ripristino degli sconti per le famiglie numerose.

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