CERVETERI - «C'è una banda che fa le truffe telefoniche in questa zona». A lanciare l'allarme è stato il comitato di zona di Valcanneto dopo il racconto di un associato. A quanto pare alcuni malfattori avrebbero contattato telefonicamente una famiglia della frazione etrusca facendo spacciandosi per avvocati e forze dell'ordine e avvisandoli che un loro parente aveva causato un incidente. I delinquenti avrebbero così chiesto «soldi per evitare problemi con la giustizia». Per fortuna però la truffa è stata fermata in tempo - come spiegano sempre dal comitato di zona. Gli interessati si sono così rivolti ai carabinieri sporgendo denuncia. E proprio le forze dell'ordine «hanno spiegato che purtroppo questi malviventi stanno imperversando sul nostro territorio», ha spiegato Antonella Temperini del CdZ. «Per fortuna in questo caso tutto è andato bene», ha commentato invitando ovviamente la popolazione a prestare attenzione.

I PRECEDENTI

Solo il mese scorso a Ladispoli la signora Daniela si era recata dagli agenti del commissariato di via Vilnius per ringraziarli per aver "salvato" i suoi nipoti, entrambi disabili, da una truffa simile a quella sventata a Valcanneto. In quell'occasione, i due erano stati contattati sul telefono di casa lo scorso 10 settembre da un finto maresciallo dei carabinieri e poi da un finto avvocato. Il furfante, un ragazzo di 19 anni successivamente arrestato in flagranza di reato, ha usato il trucco del parente che ha causato un grave incidente stradale raccontando ai malcapitati che vittima del sinistro era una donna incinta che rischiava di perdere il bambino ma che se avessero pagato subito non sarebbe scattata la denuncia. E così i due fratelli hanno iniziato a versare diverse somme di denaro ai malfattori. A salvarli proprio la zia che intuendo l'inganno ha deciso di rivolgersi subito alla Polizia che ha subito fatto scattare le indagini. All'ultima richiesta di un appuntamento per la consegna del denaro gli agenti hanno tracciato 40 banconote da 50 euro che le vittime avrebbero consegnato al truffatore. E così quando i due fratelli gli hanno consegnato il denaro è partita la trappola. Il ragazzo è stato intercettato e trovato col denaro tracciato e così è stato incastrato.

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